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Rapine e agguati nell’hinterland, 30 anni alla paranza di Scampia

Rapine e agguati nell’hinterland, 30 anni alla paranza di Scampia

NAPOLI. In meno di ventiquattro ore avevano messo a ferro e fuoco la periferia nord di Napoli rendendosi protagonisti di ben quattro rapine a mano armata, di cui due finite in uno spargimento di sangue: le vittime dell’assalto vennero infatti ferite a colpi di pistola, ma per fortuna riuscirono a cavarsela senza grosse conseguenze fisiche. Era fine marzo 2021 ed esattamente un anno dopo la paranza con base tra Scampia e Secondigliano venne azzerata con un blitz che portò ad oltre dieci arresti. Ieri pomeriggio si è concluso il processo di primo grado celebrato innanzi al gip Forte di Napoli Nord e per la gang è arrivata una sfilza di condanne, sei per un totale di quasi trent’anni di reclusione. La stangata invocata dal pubblico ministero non è però arrivata. Dei sei imputati solo tre erano a vario titolo accusati di aver preso parte alle quattro rapine: Giulio Engheben, Simone Sacchettino, fratello del più noto Vincenzo Sacchettino, ex attore di “Gomorra” ritenuto vicino al clan Raia dello Chalet Bakù di Scampia, e Salvatore Vitale. Il primo, assistito dall’avvocato Luigi Poziello, nonostante rispondesse complessivamente di undici reati, è riuscito cavarsela con 10 anni di reclusione e 10mila euro di multa; il secondo, difeso dall’avvocato Domenico Dello Iacono, ha rimediato 7 anni e 4 mesi e 6mila euro di multa; mentre Salvatore Vitale, difeso dall’avvocato Michele Basile, ha limitato i danni con una pena di 8 anni e 8 mesi e 8mila euro di multa. I coimputati Stefano Rusciano, Ivan Engheben e Giuseppe Granillo hanno invece incassato, rispettivamente, 1 anno e 8 mesi, 1 anno e 4 mesi e 8 mesi. In sede di requisitoria il pm aveva invocato 20 anni di reclusione per Giulio Engheben, 15 anni per Sacchettino, 12 per Vitale e 2 anni e 2 mesi per gli altri imputati, che rispondevano “solo” di favoreggiamento e del possesso di cellulari in carcere. Grazie alla continuazione tra i reati contestati e alla diminuente prevista dal rito abbreviato la gang ha però evitato la stangata. A Casavatore la sera del 16 marzo 2021 entrarono in azione Giulio Engheben, che in quel momento beneficiava di un permesso premio, e Simone Sacchettino. Finì con una pistolettata. Ancora loro avevano agito nel pomeriggio dello stesso giorno a Giugliano, rapinando il titolare di una stazione di servizio. Sempre Giulio Engheben, ma in quel caso con Salvatore Vitale, sarebbe il responsabile di un’aggressione armata avvenuta a Casavatore per impossessarsi di un Piaggio “Beverly”. La stesa coppia avrebbe sottratto un motociclo Honda a un cittadino dello Sri Lanka il 15 marzo in via Miano. Giulio Engheben e Salvatore Vitale per eludere le indagini sul loro conto avrebbero avuto in un’occasione l’appoggio di Stefano Rusciano, che dichiarò di aver ottenuto la disponibilità di un motoveicolo utilizzato per commettere le rapine, di cui era custode giudiziario, da una persona non meglio precisata e di non conoscere i due “sospetti”, Engheben e Vitale. Attimi di pura guerriglia urbana.

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