L’ex boss: «Incontravo Luciano Mazzarella durante la firma, lì è nata la storia»

NAPOLI. «Nel 2011 abbiamo formato un unico gruppo: io, Luciano Mazzarella e i fratelli Del Prete. Prima c’era già stato un accordo con Andrea Ottaviano che aveva messo fine alle discussioni con gli uomini del loro clan». È stato Maurizio Ferraiuolo, ras della Maddalena passato tra le fila dei collaboratori di giustizia, a riferire ai pm dell’alleanza con i Mazzarella. Un accordo lontano nel tempo che si è rinsaldato con il cambio di guardia: il fratello Massimo “Mortadella” ha preso il posto del pentito stringendo un patto che riguardava estorsioni, commercio di capi d’abbigliamento falsi e droga. «Quando io sono entrato in conflitto con la famiglia Mazzarella, Luciano mi mandava “imbasciate” con le quali mi chiedeva di affiancarsi a me. Ma io non ho mai accettato in quel periodo perché era sempre un componente della stessa famiglia, anche se a Forcella non lo volevano. Successivamente, quando sono finite le discussioni con suo cugino Andrea Ottaviano e gli altri Mazzarella, con Luciano ci siamo incontrati presso il commissariato in cui firmavano entrambi il registro dei sorvegliati speciali. Da quel giorno abbiamo iniziato a frequentarci nuovamente ed è iniziata una storia insieme: abbiamo fatto cioè, una strettissima alleanza. Ogni bancarella pagava un “pizzo” settimanale che nel tempo è variato: dai 50 euro si è arrivati anche oltre». Maurizio Ferraiuolo ha spiegato il business del “falso”, riferendo che alcuni ambulanti erano costretti anche ad acquistare i capi contraffatti direttamente dai Mazzarella oltre a versare la quota della tangente soltanto per poter lavorare nel mercatino della Maddalena. L’alleanza con il potente clan da sempre in contrapposizione all’Alleanza di Secondigliano è durata anche in seguito all’arresto sia del nipote degli Stolder che di Luciano Mazzarella. Come dimostra l’operazione di ieri.