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Omicidio Cafasso, il rampollo degli Amato-Pagano evita la stangata

Omicidio Cafasso, il rampollo degli Amato-Pagano evita la stangata

Terza faida di Scampia, Raffaele Mauriello rimedia 21 anni di carcere: per lui il pm aveva chiesto l'ergastolo

NAPOLI. Nonostante le dichiarazioni di ben nove collaboratori di giustizia, ad oggi non è chiaro se l’omicidio di Fabio Cafasso, assassinato nel dicembre 2011 durante la terza faida di Scampia, sia stato il frutto di un agguato premeditato o meno. Raffaele Mauriello “’o chiatto” (nella foto), esponente di spicco del clan Amato-Pagano, accusato del delitto evita così la stangata al termine del processo di primo grado celebrato con il rito abbreviato. Il gup Vertuccio, accogliendo le argomentazioni del difensore Luigi Senese, ha infatti condannato il presunto killer a 21 anni di reclusione. Respinta dunque la linea della Procura, che in sede di requisitoria aveva chiesto per Mauriello la pena dell’ergastolo. A favore di Mauriello, oltre all’esclusione dell’aggravante della premeditazione, ha certamente giocato anche la confessione resa in occasione dell’interrogatorio di garanzia. Il pubblico ministero, dal canto suo, aveva però sostenuto che quella confessione fosse strumentale e finalizzata e evitare il carcere a vita. Sta di fatto che neanche i nove pentiti che accusavano il figlio del boss Ciro Mauriello sono fin qui riusciti a fare chiarezza sull’eventuale premeditazione dell’omicidio: nessuno di loro ne ha infatti mai parlato. Da qui la decisione del gup di condannare Raffaele Mauriello a “soli” ventuno anni. Quello di Cafasso non è però l’unico fatto di sangue di cui il 33enne “’o chiatto” deve rispondere. Ricercato in Italia dal maggio 2017 e arrestato l’estate scorsa, Mauriello è chiamato a rispondere anche del duplice omicidio di Andrea Castiello e Antonio Ruggiero, uccisi a Casandrino, nel 2014, nell’ambito della guerra intestina al clan Amato-Pagano nota come faida tra i maranesi e i melitesi. I due erano fedelissimi di Mariano Riccio, genero di Cesare Pagano, ma sono stati vittime nella faida che scoppiò interna al clan. Ma il sicario deve rispondere anche dell’omicidio di Fabio Cafasso avvenuto nel 2011 proprio nel quartiere Scampia. I delitti sono maturati nell’ambito della terza faida di Scampia. Mauriello inoltre è indagato anche per concorso nel duplice omicidio del 20 giugno 2016 in via Giulio Cesare a Melito, quello di Alessandro Laperuta, 32 anni e Mohamed Nuvo, 30 anni. Inoltre gli si contesta il reato di associazione a delinquere si stampo mafioso. Era a Dubai da diversi anni così come raccontato nel 2017 dal pentito Gennaro Notturno, detto “’o sarracino”, ai magistrati della Dda di Napoli. L’arresto era stato eseguito da carabinieri e Squadra mobile, dopo l’estradizione dagli Emirati Arabi Uniti eseguita dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia-Divisione Interpol. A Mauriello, elemento di spicco della cosca, erano state notificate due misure cautelari. Di Mauriello ha recentemente parlato anche il neo pentito Raffaele Imperiale, ex re del traffico internazionale di cocaina.

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