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Traffico di armi dall'Austria, la Cassazione salva il ras Di Meglio

Traffico di armi dall'Austria, la Cassazione salva il ras Di Meglio

Il quadro indiziario non convince gli Ermellini, condanna annullata per l'ex uomo degli Elia: processo d'appello da rifare

NAPOLI. Sembra proprio che Umberto Di Meglio “’o magone”, ras del Pallonetto di Santa Lucia a lungo accostato al clan Elia, non rimetterà piede in carcere ancora per diverso tempo. Accusato e condannato in primo e secondo grado per traffico internazionale di armi, il 46enne capozona è stato adesso “salvato” dalla Corte di Cassazione. Gli Ermellini, dando pieno accoglimento alle argomentazioni difensive dell’avvocato Giuseppe De Gregorio, hanno infatti annullato la precedente condanna a 7 anni di reclusione e disposto la celebrazione di un nuovo processo di appello. Al momento le motivazioni del verdetto non sono ancora state depositate, ma la difesa di Di Meglio ha insistito sulla presunta incoerenza del materiale indiziario e proprio queste zone d’ombra emerse dall’indagine potrebbero essersi rivelate determinanti. Sotto la lente di ingrandimento dell’avvocato De Gregorio sono finiti in particolare due aspetti: le intercettazioni telefoniche tra i due capi dell’organizzazione, i quali si lamentavano del fatto che Di Meglio non aveva contribuito al finanziamento dell’acquisto delle armi e il pizzino recuperato dagli inquirenti dal quale risultava che tale “Umb” avesse versato un somma di denaro per comprare le armi. Queste ultime furono tra l’altro sequestrate subito dopo aver superato il confine con l’Austria e per questo motivo, secondo la difesa, si sarebbe configurato tutt’al più il reato di importazione, ma non il porto e la detenzione. Tanti punti interrogativi, sui quali sarà adesso chiamata a fare luce una nuova sezione delle Corte d’appello di Napoli. Vale comunque la pena ricordare che Umberto Di Meglio, in passato legato sentimentalmente a Giulia Elia, figlia del “patriarca” Michele Elia, in primo grado aveva rimediato 8 anni di reclusione, pena poi ridotta a 7 anni nel secondo grado di giudizio. Il ras era stato tra l’altro scagionato dall’accusa associativa e dall’aggravante mafiosa, tant’è che già dopo il primo verdetto Di Meglio era riuscito a ottenere la scarcerazione. “’O magone” - vale la pena ricordarlo - in passato ha scontato ha anche scontato 16 anni di carcere per l’omicidio di Francesco De Biase: vicenda dalla quale è stato completamente scagionato dopo l’istanza di revisione avanzata dall’avvocato De Gregorio e per la quale ha anche ottenuto un risarcimento di oltre 1 milione di euro. Tornando invece all’inchiesta culminata nel blitz del 2019, le indagini avevano consentito di svelare l’esistenza di un colossale giro di armi, anche da guerra, tra l’Austria e la provincia di Napoli. L’organizzazione criminale avrebbe trafficato centinaia di armi importandole dall’estero. Un vero e proprio arsenale da guerra che, secondo la ricostruzione della Procura, sarebbe poi finito nelle mani dei gruppi di fuoco dei clan Elia del Pallonetto di Santa Lucia di Napoli, Ascione-Papale di Ercolano e del cartello del Terzo Sistema di Torre Annunziata. Dopo la retata del marzo 2019, per i 17 trafficanti in odore di mala nel maggio 2020 è poi arrivato il primo verdetto, con condanne che per i capi promotori Domenico Boccia e Mario Amelio Carillo hanno superato i dieci anni.

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