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15 Dicembre 2022 - 09:32
Tre indagati dalla Procura. Le accuse sono anche di danni all’ambiente e alle persone. Nel sito c’erano rifiuti tossici
NAPOLI. Sigilli ad una discarica a Pianura gestita dalla società Elektrica srl su disposizione del Gip del Tribunale di Napoli, richiesta della Procura della Repubblica, al termine di una complessa attività investigativa condotta negli ultimi anni dai militari del Nucleo Operativo Ecologico di Napoli e tre indagati.
È stato infatti accertato che, almeno dal 1996, gli amministratori della società Elektrica, incaricata di provvedere alla gestione post mortem della discarica, non hanno mai smaltito a norma il percolato prodotto dalla fermentazione dei rifiuti, reimmettendolo, invece, in un’operazione di ricircolo, all’interno del corpo dei rifiuti, per un quantitativo pari a circa 33mila mc/a, ricavandone un profitto di circa 20mila euro, che equivale al risparmio dei costi di smaltimento del percolato, che doveva essere smaltito presso un impianto esterno, o presso un impianto di trattamento da costituirsi in loco, ma mai realizzato.
La discarica, nota come la Di.Frabi., si trova alla periferia nordovest di Napoli. L’invaso è di circa 25 ettari, con uno spessore di rifiuti fino a 60 metri di varia tipologia, alcuni dei quali anche di natura tossico-nociva.Tra i rifiuti pericolosi accumulati nel sito nel corso degli anni, ci sono fanghi industriali, rifiuti ospedalieri, fanghi di verniciatura, ceneri, fanghi da trattamento contenenti solventi clorurati, e comunque rifiuti sia speciali che pericolosi. I quantitativi di rifiuti complessivamente sversati equivalgono a milioni di tonnellate. Le indagini hanno accertato che gli indagati, reimmettendo in loco il percolato, mediante un autosmaltimento, hanno anche rallentato il processo cosiddetto di mineralizzazione e inertizzazione dei rifiuti, realizzando un ulteriore profitto illecito dalla vendita ad altre società del biogas prodotto.
«La mancata bonifica avrebbe determinato pericolo di inquinamento ambientale e di contaminazione delle colture che saranno poi ingerite dall'essere umano divenendo causa dell'insorgere di malattie gravi». A rilevarlo è il gip di Napoli che lo ha messo nero su bianco nel decreto con il quale ha disposto il sequestro della discarica Di.Fra.bi., che si trova nel quartiere periferico Pianura. Gli accertamenti, che si sono svolti anche attraverso specifiche perizie, hanno evidenziato contaminazioni dell'acqua, per esempio, a valle della discarica Di.Fra.Bi (una delle cinque presenti nel sito) in misura tale da determinare un’alterazione della qualità dell’ecosistema locale.
Una modificazione generata dal percolato presente negli invasi che non era stato correttamente mai smaltito. Da una consulenza stilata il 4 marzo scorso è anche emerso anche che la quantità di percolato dal 1988 e destinata allo smaltimento sarebbe stata pari a 985.500 tonnellate. Per lo smaltimento si sarebbe dovuto affrontare una spesa complessiva di 19,7 milioni di euro (se si calcola 20 euro a tonnellata) mai affrontata dalla società Di.Fra.Bi. successivamente diventata Elektrica. Anche il sistema di trattamento locale è finito sotto accusa in quanto condotto con modalità mai autorizzate. In sostanza, secondo gli inquirenti, la ex Di.Fra.Bi. avrebbe scelto di non smaltire il percolato per risparmiare soldi e utilizzando poi il biogas che si generava, ne ha tratto profitto profitto, a discapito dell'ambiente (falde acquifere e sottosuolo compresi) e alle persone esposte all'insorgenza di gravi patologie. Il giudice ha disposto che i tre indagati debbano provvedere ora alla messa in sicurezza sotto il controllo del Noe.
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