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15 Dicembre 2022 - 09:37
Le prime dichiarazioni del ras pentito, Raffaele Notturno: «Quando è uscito Costantino non si è capito più nulla»
NAPOLI. «“C’era una persona con una pistola che ti cercava per spararti. Così disse mia madre una domenica in cui notai qualcosa di strano nel rione: improvvisamente sparirono tuti. Ma era da tempo che i Raia mi minacciavano: precisamente da quando fu scarcerato Costantino». Il 18 ottobre scorso Raffaele Notturno, neo collaboratore di giustizia, ha raccontato per la prima volta ciò che accedeva da 5 anni nello Chalet Bakù, la zona in cui ha sempre occupato un posto di rilievo.
Ecco alcuni passaggi delle sue dichiarazioni nell’interrogatorio propedeutico alla scelta di passare dalla parte dello Stato. Va sottolineato che le persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria. «Negli ultimi cinque anni ho sempre ricevuto minacce dai fratelli Raia: Patrizio, Costantino, Francesco e i loro familiari. Altri soggetti che mi hanno minacciato sono Armando Ciccarelli, “’o gettone”, “Cioccolata” e Francesco Esposito. Tutto è cominciato dopo che è stato ucciso mio figlio Nicola e dopo che, di seguito, sono usciti dal carcere Armandino Ciccarelli, Patrizio Raia e Costantino Raia. Fino a quando non è tornato libero quest’ultimo si può dire che la situazione era “tranquilla”, poi non si è capito più niente. Prima io ero ancora il capo del Bakù, ma con l’uscita sua, come detto, lui e i suoi si misero di faccia contro di me. Un giorno Armando (mio cognato), mi bussò al citofono e io scesi. Trovai Costantino Raia, il fratello Patrizio con Pietro (loro nipote) e un cognato di Patrizio che si chiama Antonio. Mi dissero di farmi da parte perché ormai comandavano loro: “levati da mezzo”».
Il pentimento di Raffaele Notturno è direttamente collegato alle vicende alla base delle misure cautelari emesse lo scorso 12 novembre nei confronti di Francesco Raia detto “Cicciariello” (fratello del più conosciuto Costantino, 42 anni; Francesco Esposi-to, 42; Tommaso Rusciano, 44; Salvatore Gemito, 23; Salvatore Russo, 26enne. Per tutti (da ritenere innocenti fino all’eventuale condanna definitiva) le accuse sono di estorsione e porto abusivo di armi da fuoco, aggravate dal metodo mafioso. Contro i 5 indagati sono stati acquisiti indizi di colpevolezza, ritenuti gravi dagli inquirenti, in relazione a una decina di azioni intimidatorie, perpetrate con spargimento di liquido infiammabile ed esplosione di colpi d’arma da fuoco. Ieri, tutti assistiti dall’avvocato Dario Carmine Procentese, hanno sostenuto gli interrogatori di garanzia avvalendosi della facoltà di non rispondere.
L’attività di indagine è stata avviata nel mese di ottobre a seguito dell’improvvisa conflittualità registrata per il controllo delle attività illecite, soprattutto nei lotti TA e TB, tra i gruppi Raia e Notturno. Anche se alcuni esponenti delle rispettive famiglie non si erano mai troppo voluti bene, gli investigatori sono rimasti un po’ sorpresi della violenza scatenata dai primi: infatti entrambi i clan facevano parte dell’alleanza con gli Abete-Abbinante che dichiarò guerra agli Amato-Pagano nella terza faida di Scampia.
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