Tutte le novità
16 Dicembre 2022 - 09:13
Racket degli ospedali, l’ex boss dell’Arenella e il figlio incassano 9 anni a testa. Stangata in primo grado: gli imprenditori Sacco condannati a quasi 12 anni
NAPOLI. Pochi “sconti” e una sfilza di condanne ben trenta a dir poco severe, a partire da quelle rimediate dai capi e promotori dell’organizzazione, sulle cui teste sono piombate pene che hanno sfiorato i vent’anni di reclusione. Il processo di primo grado che ha portato alla sbarra ras e gregari del clan Cimmino, cosca con base tra il Vomero e l’Arenella, si è concluso ieri mattina con un cumulo di condanne che hanno sfiorato i tre secoli di carcere. Solo tre, invece, le assoluzioni disposte dal gup Imparato.
Tra le principali accuse di cui gli imputati dovevano a vario titolo rispondere c’erano quelle di associazione mafiosa ed estorsione: l’inchiesta culminata nel maxiblitz di ottobre 2021 aveva infatti svelato un colossale giro di tangenti in ambito ospedaliero: il clan guidato da Luigi Cimmino, pentitosi pochi mesi dopo l’arresto, aveva infatti monopolizzato la gestione degli appalti sanitari sia per quanto concerne gli aspetti edilizi, in particolare la costruzione di nuovi plessi, che le forniture alimentari, soprattutto la gestione dei servizi mensa e le caffetterie: alcuni bar venivano infatti utilizzati dalla cosca come covi per i propri summit.
Tornando invece al processo definito ieri, questo è stato il verdetto emesso dal giudice per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato: Salvatore Arena, difeso dagli avvocati Giuseppe Milazzo e Immacolata Romano, 10 anni e 10 mesi a fronte dei 15 anni chiesti dal pm; Andrea Basile, 18 anni e 4 mesi; Ciro Brandi, 3 anni e 6 mesi; Giovanni Caruson, 14 anni; Gaetano Cifrone, difeso da Domenico Dello Iacono, 6 anni a fronte di una richiesta di 9 anni; Franco Diego Cimmino, 9 anni e 4 mesi; Luigi Cimmino, 9 anni e 4 mesi; Giovanni Cirella, difeso dall’avvocato Giuseppe De Gregorio, 6 anni e 8 mesi, 10 mesi in meno rispetto a quanto invocato dal pm; Sergio D’Andrea, 14 anni e 6 mesi in continuazione con altra sentenza; Antonio De Luca, 6 anni; Alessandro Esposito, 12 anni; Anna Esposito, 8 anni e 8 mesi; Luigi Ferraiuolo, 6 anni; Eduardo Fiore, 9 anni e 2 mesi; Cosimo Fioretto, 5 anni e 6 mesi; Salvatore Frizziero, 4 anni; Domenico Gargiulo, 9 anni e 10 mesi; Benito Grimaldi, 8 anni e 2 mesi; Francesco Luongo, 6 anni; Gaetano Martino 11 anni e 10 mesi; Giovanni Napoli, 8 anni; Salvatore Pellecchia, 11 anni e 6 mesi; Domenico Pellino, 5 anni e 4 mesi; Antonio Pesce, difeso dall’avvocato Luigi Poziello, 5 anni e 6 mesi; Vincenzo Pone, 9 anni e 4 mesi; Fabio Rigione, 5 anni e 4 mesi; Mariangela Russo, 6 anni e 10 mesi; Raffaele Sacco (classe 1968), 11 anni e 8 mesi; Raffaele Sacco (classe 1977), 11 anni e 8 mesi; Mario Simeoli, 9 anni e 8 mesi; Rosario Somma, 9 anni e 4 mesi; Andrea Teano, 20 anni e 4 mesi in continuazione con altra sentenza; Luigi Visone, 6 anni. Renato Esposito, Benito Grimaldi e Mariangela Russo sono stati invece assolti per non aver commesso il fatto. Del collegio difensivo facevano parte anche gli avvocati Claudio Davino, Bruno Von Arx, Lelio Della Pietra, Andrea Imperato e Giacomo Pace.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo