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Attacco agli Amitrano, Ponticelli brucia

Attacco agli Amitrano, Ponticelli brucia

NAPOLI. Ponticelli brucia per l’attacco agli Amitrano. In una settimana sono state incendiate le autovetture della sorella e della figlia del ras Domenico detto “Mimmo o’ pop” o “Mimì a’ puttana”. Un segnale indicativo che la famiglia, alleata dei De Luca Bossa, è finita nel mirino di un clan e perciò le indagini starebbero battendo soprattutto la pista che conduce allo scontro con i De Micco. Ma nel quartiere orientale non è la prima volta che si verificano colpi di scena, così gli investigatori non danno nulla per certo se non che i due attentati consecutivi hanno avuto un bersaglio complessivo preciso. Cominciamo dall’episodio più recente. Ieri mattina, intorno alle 4, i carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli sono intervenuti in Via Cleopatra, nel famigerato lotto O, per l’incendio di un’automobile: una Fiat Panda danneggiata parzialmente da fiamme di origine dolosa poi domate dai vigili del fuoco. L’auto è in uso ad una 41enne del posto, Annamaria Amitrano detta “Bambola di pezza”, sorella del ras Domenico (arrestato il 2 dicembre scorso dopo un breve periodo di latitanza). Giovedì notte stessa sorte era toccata alla Jeep Renegade della figlia di “Mimmo o’ pop”, omonima della zia. In quel caso polizia e carabinieri hanno anche valutato l’ipotesi che l’intimidazione fosse rivolta al gruppo Ronza di Barra: la macchina era abitualmente guidata da Pasquale Ronza, genero di “Mimì”. Gli accertamenti tecnici sugli incendi dolosi difficilmente saranno decisivi per individuarne gli autori, favoriti anche dalla circostanza dell’assenza di telecamere puntate sui luoghi degli attentati. Non ci sono testimoni e quindi almeno per adesso, ciò che più conta per gli inquirenti è capire quale clan e perché abbia preso di mira il gruppo Amitrano. Tenendo presente che ue ultime fibrillazioni negli ambienti criminali di Ponticelli potrebbero essere la conseguenza dei colpi inferti dalla Dda (con gli investigatori di polizia e carabinieri) a fine mese scorso ai De Luca Bossa e nei mesi scorsi ai De Micco, clan in guerra da anni a fasi alterne. I reggenti sul territorio, stando in carcere i boss e i principali luogotenenti, al momento sarebbero giovani e relativamente meno conosciuti sia pur ben inseriti nelle rispettive organizzazioni. Un cambiamento di scenario dai risvolti imprevedibili. “Mimmo o’ pop” è stato arrestato lo scorso 6 dicembre. Si era nascosto nel suo stesso quartiere, convinto che nessuno l’avrebbe tradito. Probabilmente è stato così, ma i carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata hanno seguito una pista precisa che li ha condotti al 47enne ras emrgente. Era ricercato dal 28 novembre per l’inchiesta sul cartello camorristico De Luca BossaMinichini-Aprea-Rinaldi, collegato all’Alleanza di Secondigliano. Gli investigatori lo hanno stanato a mezzo chilometro circa dal Rione De Gasperi in un appartamento disabitato. Stava dormendo quando i militari vi hanno fatto irruzione. Non era armato e si è tranquillato lasciato ammanettare. Ora sono rimasti soltanto due latitante: Ciro Ivan D’Apice e Antonio Morino. Domenico Amitrano, famoso anche per essere il pregiudicato più social di tutti i tempi, prima di ieri, l’ultima volta era stato arrestato insieme a Giuseppe e Umberto De Luca Bossa (fratello e nipote di Antonio “o’ sicc”) e a altre 5 persone il 26 ottobre 2020.

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