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Tassa aeroportuale, l’aumento fa “fuggire” le compagnie low cost

Tassa aeroportuale, l’aumento fa “fuggire” le compagnie low cost

NAPOLI. Con toni più o meno alti, le voci che si stanno alzando contro il rincaro della tassa aeroportuale, sono tantissime. Ieri anche il presidente di Unione Industriali Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, ha chiaramente detto che si tratta di un provvedimento che alla fine diventa penalizzante e spera in «soluzioni alternative in modo da non penalizzare gli utenti, le società operatrici dei voli e la Gesac. Registriamo con lo stesso favore la disponibilità espressa dall’Assessore Baretta a sostituire l’addizionale con altre fonti di introiti, che consentano di adempiere agli obblighi assunti con il Patto per Napoli». Pecci alla fine spiega che «dobbiamo cercare di conciliare il rispetto degli impegni convenuti con la ricerca di correttivi finalizzati a evitare possibili frenate a un trend turistico in forte espansione nel nostro territorio e che è stato indubbiamente sostenuto dallo sviluppo delle rotte aeree e dall’efficienza gestionale dimostrata a Capodichino. Occorre fare di tutto, dunque, per scongiurare ridimensionamenti di traffico e riduzione dei passeggeri per effetto di provvedimenti che rischiano di rendere meno competitiva la destinazione Napoli». In proposito si è espresso lo stesso governatore Vincenzo De Luca definendo quello dell’aumento della tassa d’imbarco «un tema delicato, sul quale dobbiamo lavorare con il ministero delle Infrastrutture per una necessaria flessibilità». E ricordando di aver già sentito in proposito il sindaco Manfredi ha detto: «Non credo si debbano penalizzare le aziende che fanno scalo a Capodichino, aeroporto che oggi funziona in maniera straordinaria. Occorre lavorare con intelligenza e senso di responsabilità per non scoraggiare le società dall'utilizzo dello scalo di Napoli». «L’addizionale comunale sui diritti d’imbarco aeroportuale (2 euro a passeggero), pur essendo un elemento qualificante del Patto per Napoli, rischia di deprimere la ripresa del settore del trasporto aereo nel nostro territorio, già gravemente danneggiato dalle conseguenze della pandemia da Covid 19» ha stigmatizzato il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, e il segretario generale Filt Cgil Napoli e Campania, Amedeo D’Alessio. Predizioni che trovano piana conferma nelle intenzioni, peraltro espresse in maniera precisa e puntuale dall’associazione delle compagnie low fares operanti in Italia, la quale ha espresso «rammarico per la proposta di aumento della tassa di imbarco sull’aeroporto di Napoli Capodichino che la giunta starebbe approvando nell’ambito dell’esercizio di bilancio 2023-2025». In precedenza Aicalf aveva già scritto al Comune di Napoli chiedendo che venissero individuate soluzioni alternative, al fine di prevenire l’impatto negativo sul turismo e l’economia della regione e della città di Napoli che deriverebbero dall’aumento della tassa. La proposta, infatti, porterebbe a un incremento di 2 euro dell’addizionale di imbarco, portando la tassa pagata all’aeroporto di Napoli a 8,50 a passeggero, contro i 6,50 degli altri aeroporti italiani, i quali già sono un elemento di costo notevole che incide sulle tariffe ai consumatori oltre che sulla competitività del sistema aeroportuale italiano. «Se la proposta in oggetto fosse confermata - ha sottolineato l’associazione - si determinerebbe quindi una perdita di competitività per l’aeroporto di Napoli e per l’intera regione Campania a vantaggio di altre destinazioni, italiane e no, dove l’offerta di voli sarà maggiore e il prezzo dei biglietti più contenuto grazie a un’addizionale più bassa (o addirittura inesistente in altri paesi europei)». Tale incremento grava anche sulle spalle dei cittadini che volano dall’aeroporto di Capodichino per motivi di lavoro, salute o studio. Per chi viaggia ogni settimana, la spesa annua da sostenere legata all’incremento potrebbe essere di oltre 120 euro.

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