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Droga a Scampia, “’o Rockets” confessa

Droga a Scampia, “’o Rockets” confessa

NAPOLI. Dopo una vita trascorsa ai vertici di quello che per anni è stato - e forse è ancora oggi - il clan più potente di Napoli, si è ritrovato all’improvviso a sbarcare il lunario facendo il pusher “al minuto”. Una parabola, quella del ras dilauriano Raffaele Paolo, alias “’o Rockets”, che pochi giorni fa è giunta al capolinea con il rocambolesco blitz messo a segno della polizia in una pompa di benzina di Scampia: di Paolo, ricercato sulla scorta di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per spaccio, si era infatti persa ogni traccia dall’estate scorsa. Ebbene, dopo pochi giorni trascorsi in cella, il 52enne ras ha deciso di rendere una lunga e circostanza confessione. Il colpo di scena è maturato nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Raffaele Paolo, difeso dall’avvocato Luca Mottola, davanti al giudice per le indagini preliminari ha deciso di ammettere tutti gli addebiti contestatigli dalla Procura: quasi venti episodi di spaccio di droga, consumatisi tra Napoli, l’hinterland vesuviano e la provincia di Caserta. Il ras ha però affidato al gip anche alcuni spaccati relativi ai propri trascorsi criminali: «Per una vita intera sono stato tra i fedelissimi di Paolo Di Lauro e per quei reati ho scontato quasi vent’anni di carcere. Quando sono tornato a piede libero non avevo più nulla. Ho provato a reinserirmi nella società, ma non sono riuscito a trovare alcun tipo di impiego. L’unica possibilità che mi rimaneva era quella di spacciare un po’ di droga su appuntamento e così ho fatto». L’autorità giudiziaria non ci ha però messo molto a presentargli il conto. Resta adesso da capire quali saranno le prossime mosse di Paolo, che potrebbe decidere di ricorrere al tribunale del Riesame, puntando a un’eventuale ridimensionamento della misura cautelare spiccata a suo carico. Raffaele Paolo, il ras del clan Di Lauro arrestato con uno spettacolare blitz della polizia, aveva due utenze telefoniche sotto controllo nell’ambito di un’inchiesta per omicidio (reato di cui non è al momento accusato, va precisato). Così “’o Rockets” e la compagna Simona Esposito sono stati ascoltati dagli investigatori mentre gestivano l’attività illecita tra Napoli, Portici e in alcuni casi Caserta. Scrive infatti il gip che la vendita di sostanze stupefacenti avveniva «a ciclo continuo», come un «lavoro». Tant’è vero che la donna in una conversazione intercettata utilizza il termine per indicare l’impegno profuso a tempo pieno. Originario di Secondigliano e ritenuto uno dei luogotenenti del boss Paolo Di Lauro negli anni d’oro di “Ciruzzo ’o milionario”, “’o Rockets” aveva probabilmente appoggi anche a Scampia. Ma secondo gli esperti investigatori che hanno lavorato al caso si trovava nella zona dello Chalet Bakù anche per marcare la distanza dal figlio Pasquale, che si è recentemente pentito contribuendo all’inchiesta contro il gruppo Raia culminata in pochi giorni fa in cinque arresti. In ogni caso Raffaele Paolo era tornato a Napoli soprattutto per trascorrere il Natale, ricongiungendosi alla compagna Simona Esposito. Quest’ultima, indagata nella stessa inchiesta per droga, non ha però subito alcuna nuova misura restrittiva.

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