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29 Dicembre 2022 - 09:14
NAPOLI. «Cara Befana da tre mesi, visto che è stata chiusa il primo ottobre scorso, i treni della funicolare di Chiaia, che ogni giorno trasportavano 15mila passeggeri sono fermi, mentre le porte delle stazioni restano sbarrate, senza che dalle vetrate si osservi alcuna attività che lasci presupporre che ci siano operai al lavoro. In tutto questo tempo sulla vicenda è calato un assordante silenzio nonostante che un altro duro colpo sia stato inferto a un trasporto pubblico che a Napoli notoriamente fa acqua da tutte le parti. Le conseguenze sulla già asfittica viabilità cittadina si sono subito manifestate anche per la totale insufficienza dei mezzi sostitutivi messi in campo. Il traffico, al Vomero in particolare, ogni giorno, specialmente in questo periodo natalizio, va letteralmente in tilt con strade e piazze bloccate. Altrettanto negative le ripercussioni sulle attività commerciali dopo la chiusura dell'impianto a fune hanno notato un calo di affluenza degli acquirenti». A scrivere provocatoriamente la letterina alla Befana è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, impegnato a segnalare le vicende e le continue problematiche che da tempo stanno caratterizzando la vita dei quattro impianti a fune partenopei. «Ad aggravare la situazione, esasperando ancor più gli animi - prosegue nella missiva Capodanno - contribuisce il dato che nessuna notizia è stata diffusa, in tutto questo tempo, sulla nuova gara d'appalto che il Comune di Napoli deve bandire per individuare la ditta che dovrà eseguire i lavori di revisione ventennale, dopo che le due gare precedenti sono andate deserte, dal momento che l'importo disponibile di circa 7 milioni, non è stato ritenendo congruo, al punto che l'unica ditta che ha partecipato alla seconda gara ha presentato un'offerta in aumento. Intanto crescono le preoccupazioni dal momento che, a questo punto, essendo trascorso praticamente la metà del tempo preventivato per la chiusura, appare del tutto impossibile che la funicolare di Chiaia possa tornare in funzione dopo sei mesi, lasso temporale fissato originariamente per l'esecuzione e il collaudo dei lavori, vale a dire a partire dal 1° aprile dell'anno prossimo».
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