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“Pizzo” per due buste di fave fresche

“Pizzo” per due buste di fave fresche

In azione Squadra mobile e commissariato San Giovanni-Barra: preso Pasquale Lavoro, 33enne vicino ai Silenzio del “Bronx”

NAPOLI. Voleva assolutamente due buste di fave, ma la richiesta al venditore ambulante era condita secondo gli inquirenti dal classico tono minaccioso che integra il metodo mafioso. Così, su denuncia della vittima e rapide indagini della polizia, è finto nei guai con la giustizia un 33enne ritenuto vicino agli ambienti malavitosi dei Silenzio di San Giovanni a Teduccio. I fatti risalgono all’aprile scorso, l’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita il 31 dicembre mattina.

Pasquale Lavoro probabilmente stava pregustando il cenone e magari un bel veglione quando gli investigatori della Squadra mobile della questura e del commissariato San Giovanni-Barra sono piombati a casa sua e gli hanno notificato il provvedimento restrittivo per tentata estorsione. La vicenda, secondo la ricostruzione della pubblica accusa e ferma restando la presunzione di innocenza fino all’eventuale condanna definitiva, è banale tanto grave. Pasquale Lavoro avrebbe preso di mira, in una sola occasione a quanto risulta dagli atti giudiziari, un venditore ambulante in transito a San Giovanni a Teduccio. Un piccolo commerciante specializzato nella vendita di fave fresche cui si sarebbe rivolto il 33enne vicino ai Silenzio della zona del quartiere chiamata “Bronx” (ma senza condanne a carico per camorra, va sottolineato).

Era un giorno di aprile 2022 e da quel momento, allora semplice “sospetto” e ora indagato in stato di custodia cautelare, è finito nel mirino dei poliziotti della Mobile della questura partenopea (dirigente Alfredo Fabbrocini) e di San Giovanni Barra (dirigente Antonio Galante, ispettore superiore Pasquale Miatto, ispettore Renato Raiola, sovrintendente Domenico Sorrentino). Investigatori esperi e profondi conoscitori del territorio, che hanno raccolto la testimonianza del fruttivendolo e acquisito piano gli indizi contro l’uomo. A fine anno il gip, su richiesta della procura antimafia, ha firmato il provvedimento restrittivo eseguito all’alba di sanato scorso dagli stessi poliziotti che hanno compiuto le indagini in sinergia.

Pasquale Lavoro ha fatto buon viso a cattivo gioco, ma è presumibile che sia rimasto sorpreso. Tanto più che operazioni del genere il 31 dicembre non sono usuali. Il 33enne è ritenuto gravemente indiziato di tentata estorsione, con l’aggravante del metodo mafioso. L’attività di indagine effettuata dalla Squadra Mobile e dal commissariato San Giovanni-Barra e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha consentito di cristallizzare le richieste estorsive che l’indagato avrebbe posto in essere nel mese di aprile 2022 ai danni del gestore dell’attività di rivendita di frutta e verdura, ambulante nella zona orientale di questo capoluogo. Va sempre sottolineato in casi simili che il provvedimento eseguito è stato disposto in sede di indagini preliminari, contro il quale sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario è persona sottoposte alle indagini e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.

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