Tutte le novità
07 Gennaio 2023 - 09:22
«Siamo in un momento di crisi: nuove opportunità ma cambia tutto»
NAPOLI. Case editrici e librerie: due facce della stessa medaglia che inseguono i tempi ed i suoi cambiamenti. Librerie che chiudono ed altre che si rinnovano. Secondo i dati Aie (Associazione Italiana Editori), le librerie fisiche ritornano in pista come primo canale di vendita. Ma se nei grandi colossi, come Feltrinelli, c’è aria di rilancio, come si comportano invece i piccoli editori ed i librai indipendenti?
Il presidente dell’Aie, Diego Guida, ed Ad di Guida Editori, tra problemi e limiti ci mostra possibili soluzioni.
Presidente, è evidente che post pandemia il mercato sia cambiato. Da editore come pensa che potrebbero affrontare questo cambiamento le librerie indipendenti?
«Un parere personale, per quel che concerne le librerie, è che devono trovare delle nuove formule di approccio per i lettori. Il post-pandemia ha rappresentato per i rivenditori fisici un momento magico. La distribuzione online non si è rivelata la soluzione migliore e ciò ha riportato le vendite fisiche a livelli anche superiori a quelli pre-pandemia. Attualmente però è subentrata una crisi diversa causata dall’aumento dei costi di produzione, dei trasporti e delle materie prime. Come capita sempre in momenti di crisi: si creano nuove opportunità ma cambia tutto».
Sentite la necessità che questo cambiamento venga guidato?
«Siamo stati contenti dei contributi forniti dai governi, ma l’aspettativa è che si costruisca un vero progetto di ristrutturazione del mercato, fermo restando il prodotto cartaceo così come lo conosciamo. Servirebbero interventi strutturali. Saranno necessarie azioni che partano dalla nuova capacità di approcciare al lettore, mostrandogli la qualità di quello che viene prodotto ed offerto. Riattivando un meccanismo commerciale ma soprattutto di crescita».
Cosa è immaginabile quindi nel breve periodo per favorire questa crescita?
«L’utilizzo per esempio dei fondi del Pnrr. Gli aiuti ci sono ma la difficoltà sta nel progetto. Pensare a qualcosa di realmente innovativo ed evitare gli errori del passato, come richiedere l’accesso ad un finanziamento senza avere un concreto progetto tra le mani. Ed ecco il mio grido di aiuto alla politica: non forniteci solo lo strumento per la gestione o per l’utilizzo, abbiamo bisogno di uno strumento operativo. Un sistema che accompagni nella fase di organizzazione e realizzazione del progetto. C’è bisogno di coordinazione».
E come si comportano invece i lettori del Mezzogiorno in questa fetta di mercato?
«Nelle statistiche, su 100 libri venduti in Italia: 22 sono venduti al Nord, 16 nel centro e poco più di 4 al Sud. Se da un lato dobbiamo tenerne conto con dispiacere da un altro lato abbiamo un mercato che è una prateria. Con un’idea vera potremmo conquistare posizioni». Qual è il motivo di questa richiesta così deludente? Culturale senza dubbio. Basta chiedersi quante biblioteche pubbliche esistono nel comune di Napoli. Non c’è la propensione a capire che far crescere un territorio culturalmente significa farlo crescere anche socialmente ed economicamente».
Cosa si potrebbe fare per incentivare questa crescita?
«Promuovere attività culturali. Avere la possibilità di utilizzare immobili liberi per realizzare attività che abbiano un valore. Scuole di teatro, di scrittura, di editoria o cinema, organizzare incontri con gli scrittori in contesti pubblici, ad esempio».
I piccoli editori fanno fatica a competere con i colossi dell’editoria. Cosa suggerisce?
«Oggi gli autori meridionali sono in testa in tutte le classifiche, ma fanno gli esterofili e non producono con gli editori della propria città. Basterebbe produrre qualche titolo con i piccoli editori locali per dare un segnale culturale forte».
Secondo lei, si può ricercare una cooperazione tra piccole case editrici e librerie autonome?
«Noi piccoli editori non siamo in grado di essere presenti come crediamo di meritare nelle librerie delle grandi catene. Il progetto “adotta il libraio”, promosso in pandemia, potrebbe trasformarsi anche in un “adotta l’editore”. Scegliere a rotazione un piccolo editore, per un periodo di tempo, ed avere a disposizione la sua completa produzione, conoscerla e quindi proporla al cliente. Un processo di valorizzazione del piccolo editore tramite il piccolo libraio. Finanziare questo progetto aiuterebbe tanto le realtà più piccole».
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo