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Napoli in campo per l’Iran contro il regime

Napoli in campo per l’Iran contro il regime

Flash mob davanti al Teatro Trianon promosso da Marisa Laurito: raccolte 85mila firme. «Chiediamo la fine delle esecuzioni e delle repressioni sul popolo da parte del regime»

NAPOLI. Tante bandiere iraniane, striscioni e slogan. Napoli scende così in piazza per dire no alle violenze in Iran con un flash mob nel corso del quale vengono raccolte 85mila firme per fare in modo che l’Italia, al pari delle istituzioni europee, intervenga a sostegno della lotta delle donne e dei giovani iraniani. Successo, quindi, per l’iniziativa promossa da Marisa Laurito e sostenuta da associazioni, sindacati e dalle istituzioni locali, davanti al teatro Trianon dove si danno appuntamento attivisti iraniani, esponenti del mondo dello spettacolo, della società civile.

In prima fila anche i genitori di Mario Paciolla, il cooperante italiano morto in Colombia, e Giovanni Durante, papà di Annalisa vittima innocente di camorra. «Questo è solo l’inizio» dice la Laurito che piange dopo che Marina Confalone recita una poesia. «Chiediamo al leader supremo Ali Khamenei l’immediata fine delle esecuzioni capitali e la fine delle repressioni da parte del regime sul popolo iraniano. Desideriamo che venga data la possibilità a tutte le donne e agli uomini iraniani di poter manifestare la propria disperazione nei confronti di un regime che da circa 44 anni non ha mai concesso il diritto fondamentale di ogni essere umano: la libertà» dice la Laurito.

«Chiediamo al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, di prendere una posizione decisa nei confronti del regime iraniano e al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella aggiunge l’attrice -, di convocare immediatamente all’atto del suo insediamento l’ambasciatore iraniano dichiarandolo persona non grata e di richiamare il nostro ambasciatore in Iran per consultazioni. Chiediamo, infine, alla presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, di mettere in campo tutte le iniziative di competenza dell’Unione per assicurare il rispetto dei diritti fondamentali in Iran».

Sul palco la giovane attivista Pegah Moshir Pour, nata in Iran e cresciuta in Italia, che in italiano canta la canzone, scritta da un giovane iraniano, che è l’inno delle proteste nel Paese asiatico. «Rinnoviamo l’appello a sostenere la lotta, ad essere presenti in ogni modo e alle Università italiane a mettere in campo ogni iniziativa per evitare che i giovani iraniani che sono in Italia per un periodo di studio debbano rientrare in Iran dove rischiano la vita» dice.

Presenti l’assessore regionale Armida Filippelli, e il vicesindaco di Napoli, Laura Lieto. E c’è anche una delegazione di Europa Verde. «Abbiamo partecipato con entusiasmo a questa manifestazione. Lo slogan “donna, vita, libertà” lo facciamo nostro, e chiediamo che tutte le forze politiche si adoperino per intervenire con azioni reali che interrompano lo scempio che si sta perpetrando in Iran», dicono Nelide Milano, Ines Barone, Marilena Schiano Lo Moriello, Ida Somma ed Elena Marini affiancate dal parlamentare Francesco Emilio Borrelli.

In piazza, anche il segretario della Uil Campania, Giovanni Sgambati: «Il mondo del lavoro è sempre in prima fila in tutte le iniziative che salvaguardano i valori fondamentali a partire dalla libertà». Désirée Klain, portavoce di Articolo21 per la Campania, spiega che «per questa importante iniziativa per il popolo iraniano o curato la comunicazione insieme al collega Nicola Conticiello e scritto la petizione. Volevo ringraziare l’instancabile Marisa Laurito, gli artisti che ci hanno messo la faccia e tutti voi il comitato organizzativo, gli oltre 70 enti e associazioni, senza i quali non sarebbe stata possibile questa manifestazione. Come Articolo21 mi permetto di riprendere l’appello di Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale della Stampa che chiede di amplificare le voci libere dall’Iran, dare voce a chi non ha voce. Dopo 105 dall’inizio della rivoluzione per liberare il Paese dalla Repubblica Islamica sono 400 i manifestanti sotto accusa per le proteste, 71 i giornalisti arrestati, facendo precipitare il paese tra gli ultimi nelle classifiche per la libertà di stampa, l’Iran è il peggior carceriere di giornalisti al mondo. Anche i giornalisti sono brutalmente picchiati e molti stanno rischiano la vita in carcere, ma non rinunciano a raccontare la verità. Anche per loro chiediamo giustizia».

Infine, è in programma per oggi alle 11, presso la Basilica della Pietrasanta il Concerto per la pace di musica classica con la soprano e docente del Conservatorio Rosalba Colosimo e giovani musicisti. L’iniziativa è a cura del Comitato Fermare la guerra l’associazione Campo Sud

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