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10 Gennaio 2023 - 08:51
NAPOLI. Agenti penitenziari sempre più a rischio e nel carcere di Poggioreale si consuma l’ennesima, brutale aggressione. Un agente di custodia della casa circondariale di Poggioreale è stato picchiato da un detenuto, subendo la fratture del setto nasale. Ne dà notizia il segretario regionale per la Campania del Sindacato autonomo della polizia penitenziaria Sappe, Tiziana Guacci. Il recluso, ristretto nel circuito Alta Sicurezza - reparto Avellino, dove si trovano 184 degli oltre 2.125 detenuti oggi presenti a Poggioreale, dopo avere colpito l’agente al volto con un pugno lo ha lanciato dalle scale. Il poliziotto è ancora in ospedale, secondo Guacci, che parla di «un chiaro sintomo del malessere che si vive nel carcere di Poggioreale», che «evidentemente non è più in condizione di gestire le troppe tipologie di detenuti, con una presenza di soggetti dalla personalità particolarmente violenta, senza alcuna possibilità di diversa collocazione all’interno dell’istituto». Il detenuto che si è reso protagonista dell’aggressione pochi giorni fa aveva tra l’altro ricevuto una sanzione disciplinare e forse proprio questa circostanza ha dato il Là al pestaggio dell’agente penitenziario: «I comportamenti non conformi - spiega il segretario regionale Guacci - devono essere segnalati e l’operatore ha fatto solo il proprio lavoro. Purtroppo questo tipo di sistema sanzionatorio troppo spesso non viene accettato. Il punto, però, è che l’intero sistema è ormai al collasso. Periodicamente si cerca di “sfollare” i nostri istituti penitenziari, ma non basta. Poggioreale, in particolare, è una struttura ormai obsoleta e fatiscente, che rappresenta un rischio sia per gli operatori penitenziari che per i detenuti». Donato Capece, segretario generale del Sappe, chiede invece «più tecnologia e più investimenti, una riforma strutturale dell’esecuzione», e «il taser per potersi difendersi dai detenuti violenti e la dotazione di bodycam al personale». Sempre a Poggioreale una donna è stata inoltre fermata in quanto sorpresa con cinque cellulari che, durante i colloqui, intendeva consegnare al compagno detenuto. A renderlo noto è Tiziana Gacci, segretario regionale per la Campania del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe): «Nella giornata di venerdì, nel reparto Colloqui - dice la sindacalista - si è presentata la donna per incontrare il convivente detenuto. I controlli della polizia penitenziaria hanno scoperto che la donna aveva abilmente occultato ben cinque telefoni cellulari, che voleva evidentemente cedere all’uomo, ed è stata immediatamente scoperta e fermata. Il nostro encomio va ai colleghi in servizio a Poggioreale che mantengono alta la guardia, opponendo la propria azione con grande professionalità a garanzia della legalità, come in questa occasione, nonostante tutte le criticità che inevitabilmente caratterizzano una struttura detentiva super affollata da oltre duemila ristretti». Anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, plaude all’operazione: «Ogni giorno la Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che nelle carceri si diffonda l’illecita introduzione di telefoni cellulari nonché lo spaccio di droga».
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