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11 Gennaio 2023 - 09:20
Delitto a Santa Lucia, rischio processo per il carabiniere Brescia: ci sono pure le intercettazioni
NAPOLI. Dopo quasi tre anni di indagini, l’iter giudiziario chiamato a fare luce sull’assassinio del 15enne Ugo Russo (nel riquadro) entra finalmente nella fase clou. La Procura ha chiesto e ottenuto la fissazione dell’udienza preliminare per Christian Brescia, il giovane carabiniere accusato di aver ucciso con tre colpi di pistola il babybandito originario dei Quartieri Spagnoli.
Un delitto, quello consumatosi il 29 febbraio 2020 a Santa Lucia (nella foto), scattato dopo che il militare dell’Arma aveva respinto un tentativo di rapina ai suoi danni: Ugo Russo e il complice F.D.C., anch’egli minorenne, pochi istanti prima avevano infatti provato a strappargli via il Rolex che indossava al polso. Pesante come un macigno l’accusa dalla quale il carabiniere sarà chiamato a difendersi: omicidio volontario pluriaggravato, imputazione già formulata dai sostituti procuratori Simone de Roxas e Claudio Siragusa nell’atto di conclusione delle indagini preliminari e che adesso diventa definitiva.
L’appuntamento in aula per la celebrazione dell’udienza preliminare è stato fissato per il prossimo 8 febbraio e in quella sede andranno a costituirsi parte civile anche i genitori del ragazzino ucciso, assistiti dagli avvocati Giovanni Fusco, Antonio Mormile e Domenico Di Donato.
Le novità non sono però finite qui. Dall’atto di fissazione della preliminare emerge infatti che, tra le fonti di prova, oltre alle perizie balistiche e alla relazioni di servizio, la Procura ha inserito anche diverse intercettazioni telefoniche e ambientali. Insomma, ci sono tutte le premesse per un processo che si preannuncia a dir poco infuocato.
Il militare venne sorpreso da Ugo, che impugnava una pistola poi rivelatasi essere una replica, mentre era in auto con la fidanzata in via Orsini. Insieme a un complice aveva puntato l’orologio del militare che reagì sparando quattro volte. Il militare avrebbe esploso prima due colpi (uno dei quali ha raggiunto la vittima alla spalla) e, dopo una pausa, altri due, tra cui quello fatale alla testa. Il reato contestato, omicidio volontario, è tra l’altro aggravato dall’aver approfittato di circostanze di tempo e luogo tali da ostacolare la privata difesa, aver commesso il fatto con l’abuso di poteri e violazione dei doveri inerenti la pubblica funzione e il pubblico servizio, e aver commesso il fatto in danno di un minore di diciotto anni.
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