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13 Gennaio 2023 - 09:28
Agguato fuori i campetti di via Pratt: «Era nel gruppo che mi ha picchiato». Il 16enne amico dei Lo Russo confessa. Partecipò alla rissa a Marechiaro
NAPOLI. Appena poche settimane fa il giudice minorile aveva deciso di concedergli una seconda possibilità. Accusato di aver preso parte alla furibonda rissa che a maggio scorso era culminata nell’accoltellamento di due ragazzini allo Scoglione di Marechiaro, il 16enne G.S. era riuscito a ottenere la messa alla prova, al termine della quale, in caso di esito positivo, il reato sarebbe stato dichiarato estinto.
L’adolescente di Miano ha però deciso di buttare al vento un’occasione irripetibile e mercoledì sera ha pensato di regolare il conto che aveva in sospeso con un altro ragazzino, il 15enne A.P., aspettandolo davanti all’impianto sportivo di via Hugo Pratt, a Scampia, e accoltellandolo a bruciapelo per ben tre volte: due allo stomaco, una al fianco. La feroce aggressione, la cui notizia è stata riportata ieri in esclusiva dal nostro giornale, non sarebbe stata dunque frutto di una rissa improvvisa. Si è trattato, piuttosto, di un vero e proprio agguato preparato nei minimi dettagli dal 16enne originario di Miano.
Le indagini sul caso sono arrivate a una svolta in tempi quasi record. Il raid è infatti avvenuto poco prima delle ventidue. Cinquanta minuti dopo, il responsabile del gesto, dopo essersi inizialmente nascosto in casa di un amico, si è presentato spontaneamente negli uffici della questura di via Medina, dove, accompagnato dall’avvocato difensore Giuseppe Caserta, ha reso una lunga confessione. Di lacrime, però, neppure l’ombra.
L’aggressore ha spiegato che l’accoltellamento è stato una vendetta per il pestaggio che pochi mesi fa aveva subito per futili motivi. Un’aggressione compiuta da una paranza di giovanissimi, di cui avrebbe fatto parte anche il 15enne poi ridotto in fin di vita l’altro ieri sera. Il rancore covato dal giovane mianese non si è mai placato e non appena ne ha avuto la possibilità ecco che ha deciso di presentare il conto al rivale: nel farlo si è presentato con il volto parzialmente travisato, ma diversi testimoni presenti al momento dell’aggressione sono comunque riusciti a riconoscerlo, tanto da fare subito il suo nome ai poliziotti arrivati sul posto.
Nella fuga il ragazzino, molto vicino tra l’altro al figlio di uno storico ras del clan Lo Russo, è stato aiutato da un amico, che alla guida di uno scooter l’ha portato lontano dalla scena del crimine. Quest’ultimo sarebbe stato però del tutto ignaro del piano criminale dell’amico, tant’è che allo stato non risulta iscritto nel registro degli indagati. A notte inoltrata la polizia ha poi recuperato l’arma del delitto, un coltello con lama di dodici centimetri, che il 16enne aveva gettato in un tombino.
L’adolescente di Scampia, vittima dell’agguato, resta intanto ricoverato al Cardarelli in gravissime condizioni: i medici non hanno infatti sciolto la prognosi. Quanto al responsabile, al termine del lunghissimo interrogatorio sono scattate le manette e l’accusa di tentato omicidio: resta dunque ristretto nell’istituto dei Colli Aminei in attesa che venga celebrata oggi o al massimo domani l’udienza di convalida. Due vite distrutte in un colpo solo
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