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14 Gennaio 2023 - 09:19
NAPOLI. Turismo con il botto, Napoli fa il boom di visitatori con numeri mai raggiunti prima. La strada da percorrere per trasformarla in una destinazione turistica duratura e di successo è però ancora lunga. Pur avendo registrato un picco, è ancora un turismo mordi e fuggi. Per gli operatori la svolta degli ultimi mesi va consolidata solo con un percorso collettivo e condiviso in grado di fare della città un brand, migliorandone la qualità della vita attraverso un più intenso rapporto tra pubblico e privato. La Camera di Commercio è da tempo impegnata su questo fronte, sostenendo le imprese, le attività e le istituzioni in questo percorso, come spiega il presidente Ciro Fiola.
Presidente Fiola, sarà l’anno del consolidamento?
«È da anni che Napoli è diventata una capitale europea del turismo. Nel 2019 si registrò il primo vero boom, poi, mortificato dal Covid. Ma già dalla fine 2021 il trend è ripreso in maniera decisa. In questi giorni si farà in consuntivo del 2022, ma le prime proiezioni ci dicono che, per alcuni aspetti, è stato superato il risultato registrato prima della pandemia. Quello appena iniziato può essere un anno decisivo, nel quale consolidare questa tendenza, a patto di governare tutto il sistema con maggiore attenzione e non facendosi travolgere. Sono stati e sono ancora tanti i problemi legati all’incremento del numero dei turisti in città, questioni che si riflettono sulla vita civile e sociale di una metropoli che ha enormi potenzialità e che sta iniziando solo adesso a utilizzare».
Quali sono le iniziative della Camera di Commercio per rilanciare il brand Napoli e l’industria del turismo?
«Abbiamo già annunciato lo stanziamento di alcuni milioni di euro per la realizzazione di un bando orientato allo sviluppo della destagionalizzazione. Faremo in moda da regalare la terza notte a chi sceglie Napoli e la sua provincia, sostenendo le imprese turistiche. Dobbiamo creare le condizioni affinché i flussi turistici non si arrestino al termine dei periodi più “caldi”. E dobbiamo stimolare le imprese a concepire un’attività che sia tale per 12 mesi all’anno. Non si può immaginare che da ottobre il turista che volesse frequentare, per esempio, una delle isole del nostro Golfo, non trovi aperti alberghi e strutture. Serve un cambio di passo e di mentalità».
È ancora un turismo mordi e fuggi, o qualcosa sta cambiando?
«È il turismo che cerca (e trova) la possibilità di essere accolto a prezzi contenuti, di poter visitare monumenti meravigliosi in una città stupenda e che può consentirsi di mangiare cibo buono a costi vantaggiosi. È il mix perfetto per una città che voglia aumentare il suo appeal turistico. Ma, come già detto, tutto questo deve essere governato per non ritrovarsi poi le briciole o ancor peggio dover contare i danni».
Quali sono allora le criticità?
«La gestione dei flussi turistici e la mobilità a essa collegata. Oltre a una sensazione di insicurezza, percepita in alcuni quartieri. Poi, la mancanza di strategia per sostenere un aumento della qualità del settore, con iniziative o progetti mirati. Penso alla creazione di porti turistici, che consentirebbero l’arrivo di navi da diporto e, di conseguenza, di un turismo con una maggiore capacità di spesa».
La parte più difficile resta però il governo della città e dei suoi problemi.
«Manfredi e la sua squadra hanno ereditato un disastro. Una città in ginocchio, con l’ombra del dissesto economico. Il primo passo è stato quello di mettere in sicurezza i conti, di creare le condizioni per poter redigere un piano di rilancio. Occorre tempo, specialmente per chi ha il profilo dell’ex Rettore, abituato a progetti a medio-lungo termine e a badare alla concretezza».
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