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18 Gennaio 2023 - 16:14
NAPOLI. La grande paura in via Aniello Falcone per il crollo dell’impalcatura è ancora ben presente nelle parole di chi nella zona abita o possiede delle attività commerciali. Augusto, titolare di una tabaccheria, racconta gli attimi che hanno preceduto il crollo avvenuto poi sotto i suoi occhi: «Ero qui fuori quando ho visto una parte del ponteggio oscillare in maniera strana, fin quando un pezzo non è caduta sulla carreggiata. A quel punto sono uscito fuori per evitare che le auto passassero di lì...». L’incredulità è tanta: «Onestamente è una cosa inimmaginabile ma sono cose che a via Aniello Falcone possono accadere perché è una zona molto ventilata, a differenza, per esempio, di via Belvedere». Infine: «Ho visto che sul posto si sono portati operai e forze dell’ordine, poi sono dovuto andare via e non ho saputo più nulla. Poi sono dovuto andare via è non ho saputo più nulla. I controlli ci vogliono, le regole se ci sono bisogna ottemperarle per evitare che possano accadere episodi come questi che mettono a rischio l’incolumità delle persone». Dal canto proprio, Tiziano, titolare di una pizzeria, è preoccupato. «Come esercente oggi non è venuta una persona perché c’è, naturalmente, tanta paura. Non so quando potrà esserci una soluzione definitiva. Il timore è che ci siano danni economici». Tiziano ricorda anche che «già una decina di anni fa morì una donna schiacciata da un albero, chiediamo alle istituzioni di avere più attenzione perché, per esempio, quel ponteggio è qui da una vita. E i controlli potevano essere fatti pure prima». Parole raccolte dalla viva voce di chi ha visto l’episodio consumarsi sotto i propri occhi dopo che, allo stesso tempo, sui social il video del crollo era diventato virale con il sottofondo di un urlo e poi una voce che auspica che «non ci sia nessuno lì sotto». E la mente è corsa inevitabilmente alla tragedia del 10 giugno 2013 quando la 44enne Cristina Alongi, alla guida della sua auto, fu travolta dalla caduta di un pino e perse la vita all’altezza dei giardini intitolati a Nino Taranto. Proprio a pochi metri dove il dramma, questa volta, per fortuna è stato solo sfiorato.
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