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19 Gennaio 2023 - 08:44
Trattativa col Governo, i gestori napoletani: «iI nostro margine è di appena 3 centesimi lordi, siamo stanchi di essere additati come ladri. Siamo l'anello più debole della catena»
Infuriati e delusi. I benzinai napoletani si attendevano ben altre soluzioni dall’incontro tecnico al ministero delle Imprese e del Made in Italy di due giorni fa, e confermano lo sciopero in attesa del nuovo vertice in programma stamane. Deluse ed arrabbiate Fegica e Figisc/Anisa, secondo cui il Governo non ha voluto assumersi la responsabilità di prendere impegni concreti sulle questioni che incidono sui prezzi dei carburanti, mentre qualche apertura viene dalla Faib Confesercenti. «Siamo stanchi di passare per ladri, e certo non era ciò che ci aspettavamo dal Governo», dice Salvatore Palma, presidente della Fegica Campania.
«IL GOVERNO SI SMENTISCE DA SOLO». Per Palma il decreto «colpisce l’anello più debole della catena, non le compagnie petrolifere, e non riordina il settore: i compensi dei benzinai non si calcolano a percentuale ma hanno un margine fisso che è intorno a 3 centesimi lordi, indipendentemente dal costo finale del carburante. Inoltre - aggiunge - l’Esecutivo smentisce se stesso: i dati ufficiali del Ministero dell’Ambiente certificano che l’aumento dei prezzi alla pompa è stato in linea con il rialzo dovuto al ripristino delle accise; nella media dei prezzi dal 1° gennaio all’8 gennaio, infatti, la benzina è aumentata rispetto alla precedente rilevazione in misura minore dell’aumento dell’accisa». Palma rileva che la categoria ha manifestato la massima apertura ma ha chiesto un accordo in sede istituzionale dal momento che la questione riguarda più ministeri.
«CALMIERARE I PREZZI». Nel frattempo, il maggiore costo del carburante continua a scaricarsi sui conti delle imprese, delle famiglie e sui prezzi al consumo, primo anello di una catena di aumenti che tocca molti altri settori: dal carrello della spesa alla logistica, dall’agricoltura all’edilizia. A sottolinearlo è Giovanni Berritto, presidente di Federconsumatori Campania, che pone il problema di partire proprio dalle accise per ristrutturare il prezzo dei carburanti. «Riteniamo le accise, che incidono per il 40% sul costo del carburante, vere tasse di scopo, adesso però andrebbero abolite in quanto hanno prodotto nel tempo i loro effetti. Tutti i governi che si sono succeduti a Palazzo Chigi non si sono mai interessati di farlo, mantenendone in piedi ancora diciotto sulle quali va a gravare anche l’Iva». Per Federconsumatori Campania «è inammissibile perché quest’imposta va a gravare anche sui consumatori già tartassati dal caro energia e dall’inflazione. Per questo motivo - aggiunge Berritto - riteniamo che oltre ai controlli, servano provvedimenti urgenti per calmierare i prezzi at-
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