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«Io miracolato, ero alla guida del furgone durante il crollo dell'impalcatura»

«Io miracolato, ero alla guida del furgone durante il crollo dell'impalcatura»

L’immagine di quel furgone che transita un istante prima del crollo di via Aniello Falcone ha fatto il giro della Rete e non solo. Il video girato da dei residenti, che riprende il momento della caduta di una parte dell’impalcatura di un palazzo in ristrutturazione, è stato trasmesso anche da tutti i tg per testimoniare che ieri a Napoli si è sfiorata davvero la tragedia. Ma il maltempo che da due giorni sta flagellando la città poteva causare gravi danni anche nei pressi di piazza Cavour, dove è caduto un albero, schiacciando un’automobile vuota, sempre per effetto delle violente raffiche di vento. Insomma, tra il crollo di via Aniello Falcone e quello di piazza Cavour, è solo un caso fortuito se l’allerta arancione, diramata in tutta la Campania per le cattive condizioni meteo, non ha causato vittime nelle ultime 36 ore. Eppure in quegli attimi Nicola non s’è reso davvero conto del grave pericolo che lui stesso aveva corso: «Ho sentito solo il tonfo e ho pensato a bloccare il traffico – ha raccontato ancora l’uomo ai conduttori Gianni Simioli e Serena Li Calzi –. Poi ieri sera, mentre ero a cena con la mia famiglia, mia moglie mi ha mostrato il video del crollo di via Aniello Falcone, non sapendo che nel furgone c’ero io. E in quel momento sono sbiancato, perché ho capito che ero salvo per miracolo». Una salvezza che Nicola attribuisce all’intervento divino: «Credo che Dio ci abbia messo la mano, prima nel farmi passare nell’attimo precedente alla caduta dell’impalcatura; poi nel farmi decidere di bloccare il traffico. Dopo aver visto il video non sono riuscito a mangiare e ho ringraziato Dio per avermi fatto tornare a casa dalla mia famiglia». Una gratitudine che l’uomo ha espresso anche pubblicando un post su Facebook: «Torno a casa e mia moglie mi fa vedere un video caricato su Facebook – ha scritto Nicola Monticelli (nella foto) – E, solo guardandolo, mi rendo conto che la grande mano di Dio ha fatto sì che io tornassi a casa dalla mia famiglia. Sì, perché l’ultimo a passare in quel furgone bianco sono proprio io».

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