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Agguato al reggente del lotto 0, un bimbo ferito nel raid “fantasma”

Agguato al reggente del lotto 0, un bimbo ferito nel raid “fantasma”

Ricostruita l'imboscata del 24 agosto: i colpi di pistola esplosi contro il boss Marfella, ma un bambino di 10 anni venne centrato alla spalla

NAPOLI. La faida che da anni vede contrapporsi i clan De Luca Bossa e De Micco-De Martino non è stata e non è soltanto una questione tra pregiudicati di spessore. Ad andarci di mezzo l’estate scorsa è stato un bimbo di appena dieci anni, centrato dalle schegge di alcuni proiettili esplosi a pochi metri di distanza da lui. Circostanza a dir poco terrificante: non si era trattato di una “semplice” stesa, ma di un vero e proprio agguato all’indirizzo del boss Christian Marfella, esponente di punta dei De Luca Bossa, che però riuscì a mettersi in salvo prima che fosse troppo tardi.

La notizia della sparatoria e del fatto che un innocente avesse rischiato di andarci di mezzo - per motivi incomprensibili - non è mai stata dagli inquirenti resa nota all’opinione pubblica. Ma oggi i dettagli della vicenda emergono a chiare lettere e sono riportati tra le pieghe dell’ordinanza di custodia cautelare che pochi giorni fa, con l’esecuzione di sei arresti, ha inflitto un nuovo, duro colpo alla cosca con base nel lotto 0. L’imboscata è avvenuta nel rione De Gasperi, ex roccaforte del clan Sarno poi passata sotto il controllo dei De Luca Bossa, ed è scattata tra le 18 e le 20 di mercoledì 24 agosto scorso: unica finestra temporale in cui Marfella, fratellastro del boss “Tonino ’o sicc”, in quella settimana era autorizzato a lasciare la propria abitazione, dove si trovava ristretto agli arresti domiciliari.

Gli approfondimenti investigativi iniziano subito grazie alla segnalazione arrivata alle 18,10 da una fonte confidenziale. Il giorno successivo, tra l’altro, le forze dell’ordine captano una conversazione di Mimmo Naturale, fratello di Ciro Naturale, ritenuto uno degli esponenti del rivale gruppo dei “Bodo”: «Nooo, ieri sera un altro guaio là... Quello ieri sera se l’è cavata bene! Ma non lui! Quell’altro! Capiscimi... Mannaggia. Il porco si è salvato». Gli uomini in divisa capiscono che qualcosa di grave è successo, tant’è che all’altezza del civico 120 di via De Meis repertano diversi bossoli di colpi di arma da fuoco: «La vittima designata dell’agguato è molto probabilmente Christian Marfella», si legge nell’informativa redatta dalla polizia.

Le cattive sorprese erano però solo all’inizio. La mattina del 25 agosto, infatti, gli investigatori apprendono che un bimbo di dieci anni appartenente a una famiglia della zona è rimasto ferito nell’agguato. Iniziano così le ricerche del piccolo e in breve tempo gli uomini in divisa risalgono alla madre del bimbo, che, interrogata in merito all’accaduto, non ha potuto tirarsi indietro. Il bambino era stato infatti colpito alla spalla sinistra da tre schegge di proiettile. Medicato al pronto soccorso di Villa Betania, il piccolo era stato quindi dimesso con una prognosi di pochi giorni: le ferite erano infatti piuttosto superficiali. Sarebbe bastato però qualche centimetro più insù e la vicenda avrebbe avuto forse un epilogo ben più drammatico. Quanto alla dinamica del raid, il commando avrebbe sparato da un suv Nissan a bordo del quale stava inseguendo il ras Marfella, che si trovava invece in moto. Puro Far West.

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