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20 Gennaio 2023 - 09:39
Da pochi giorni l'ex pentito Raffaele Romano “Lellè” era stato trasferito da Secondigliano ad Agrigento: aperta un’inchiesta
NAPOLI. Giallo nel carcere di Agrigento, dove ieri mattina - per cause ancora da accertare - ha perso la vita il 50enne Raffaele Romano (nella foto), alias “Lellè”, uomo ritenuto dagli inquirenti della Procura antimafia di Napoli al vertice del clan De Luca Bossa di Ponticelli. Dalla metà degli anni Duemila e novembre scorso, quando è finito in manette nel penultimo blitz contro il gruppo del lotto 0, Romano è rimasto coinvolto in numerose inchieste giudiziarie. Alcuni anni fa “Lellè” aveva anche intrapreso un percorso di collaborazione con la giustizia, ma il suo pentimento è poi bruscamente stato interrotto mentre era ancora nel programma di protezione. Le cause della morte di Raffaele Romano sono ancora in fase di accertamento. Di certo c’è che fino a venerdì scorso si trovava detenuto nella casa di reclusione di Secondigliano; poi, il giorno successivo, è stato trasferito nel carcere agrigentino, da cui è però uscito cadavere. Romano, stando a quanto appreso dal nostro giornale, era da tempo affetto da alcune patologie importanti, ma nessuna di queste ne aveva fino ad ora decretato l’incompatibilità con il regime carcerario. Ieri mattina, però, l’ex reggente dei De Luca Bossa ha accusato un improvviso malore, tanto da essere stato trasportato anche nell’ospedale cittadino per alcuni accertamenti. Ritrasportato nella casa circondariale di Agrigento, è poi deceduto poco dopo. Stando alle poche indiscrezioni fin qui emerse, l’ipotesi del suicidio sarebbe comunque da escludere. Toccherà adesso al suo difensore, l’avvocato Paolo Piccolo, farsi carico di avanzare alla locale Procura le istanze necessarie a ricostruire l’accaduto. Sul decesso potrebbe dunque essere aperta ad horas un’inchiesta e non è da escludere che la salma venga sottoposta a esame autoptico. Quello di Romano era un volto piuttosto noto della mala di Ponticelli. Inquadrato per un lungo periodo come uno dei reggenti del lotto 0, era anche imparentato - tramite la moglie - con il ras Francesco Audino “’o cinese”.
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