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Caro benzina, gli autrasportatori napoletani: «Altro che cartelli, diminuire i prezzi»

Caro benzina, gli autrasportatori napoletani: «Altro che cartelli, diminuire i prezzi»

NAPOLI. «Siamo delusi, se il Governo continuerà ad essere sordo alle richieste dei distributori di carburante, senza intervenire sulla struttura del prezzo, la sola cosa da fare è quella di lasciare i camion in garage». I piccoli autotrasportatori napoletani sono arrabbiati più delle altre categorie. L’aumento del prezzo del carburante è solo l’ultima tegola caduta sulle loro teste, mentre dal primo gennaio si trovano a fare i conti anche con l’aumento dei pedaggi autostradali.

CAMION A RISCHIO. «Ci aspettavamo un impegno più concreto da parte dell’Esecutivo, non solo promesse. Le aziende più strutturate non possono permettersi un adeguamento delle tariffe dei rincari del carburante senza rischiare di perdere le commesse», sostiene Maurizio Frantellizzi (vicepresidente di Casartigiani, Sna). «Molte imprese dell’autotrasporto sono artigiane, a conduzione familiare e con meno di cinque dipendenti. Pertanto non possono reggere ai rincari, soprattutto se esposti al trasporto di generi di prima necessità a lunga percorrenza».

«STATO DISATTENTO AL TRASPORTO VIA MARE». Il caro gasolio continua a produrre un cortocircuito su tutti i settori produttivi, da quello agricolo alla logistica, fino al trasporto via mare: «Premesso che il trasporto locale marittimo non percepisce alcun intervento finanziario da parte di chicchessia, pur rappresentando un settore strategico sia per la mobilità delle persone che per la logistica, continuando questa disattenzione da parte dello Stato si finirà inevitabilmente per scaricare i rincari del gasolio su chi è costretto ad usare il vettore via mare: i pendolari d’inverno ed i turisti d’estate», avverte Salvatore Lauro, presidente di Volaviamare. «Questa è la chiave di lettura per ciò che potrebbe avvenire in futuro: un aumento delle tariffe attraverso il bunker surcharge», aggiunge l’armatore.

«GASOLIO PER TRAZIONE AUMENTATO A DISMISURA». Anche nel comparto agricolo le aziende sono in affanno nel reggere i costi: «Le imprese fanno fatica ad andare avanti per il gasolio per autotrazione che è aumentato a dismisura», spiega Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania. In un Paese come l’Italia, dove quasi il 90% delle merci viaggia su gomma, l’aumento dei prezzi del carburante ha un effetto valanga sui costi delle materie prime agricole e del funzionamento dei trattori. Pertanto è tutto il settore agricolo che si trova a lavorare in una condizione di reddito negativo che inevitabilmente finirà sulle spalle dei consumatori». Le imprese cercano di adottare comunque degli espedienti per contenere i maggiori costi del carburante, come sottolinea Sergio Pas-

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