Auto incendiate tra piazza Cavour e Arenaccia, l’ombra del racket

NAPOLI. L’ombra del racket, anche se per scopi diversi, aleggerebbe su due episodi avvenuti ieri notte nel centro di Napoli, anche se in punti abbastanza distanti tra loro: Nel primo caso è stato incendiato un furgone, nel secondo il fuoco ha distrutto un’autovettura e ne ha danneggiato un’altra parcheggiata vicino. È la seconda volta in un mese che succede nella strada dell’Arenaccia e per gli investigatori potrebbe esserci un nesso tra le vicende. Procediamo con ordine nel raccontare i fatti, con la premessa che spesso al calar delle tenebre Napoli dà il peggio di se stessa. Poco prima dell’una (tra mercoledì e giovedì) i carabinieri della Stazione NapoliSan Giuseppe sono intervenuti in piazza Cavour per l’incendio di un furgone. Le fiamme sono state domate dai Vigili del fuoco, ma hanno distrutto totalmente il veicolo. Le indagini da parte dei militari dell’Arma, che hanno acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza presenti in zona, sono scattate immediatamente. Gli investigatori stanno valutando attentamente una circostanza: il furgone è di una società commerciale, il cui titolare avrebbe dichiarato di non avere ricevuto minacce. Il secondo allarme è suonato all’Arenaccia, dove poco dopo le 2 (quindi un’ora dopo il primo episodio notturno) i carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli sono intervenuti: precisamente in Via Colonnello Carlo Lahalle per l’incendio di un’autovettura di proprietà di un uomo senza precedenti penali e senza legami con la criminalità organizzata. Le fiamme domate dai Vigili del fuoco, hanno distrutto parzialmente la Opel Karl mentre altro veicolo posto nelle immediate vicinanze è stato lievemente danneggiato. E’ evidente che i malviventi volessero bruciare la macchina più piccola e l’altra è stata attaccata dalle fiamme soltanto perché si trovava a poca distanza. Anche in questo caso le indagini sono condotte dai carabinieri, della compagnia Poggioreale. Nulla di utile al momento sarebbe emerso attraverso le dichiarazioni delle vittime.