Tutte le novità
23 Gennaio 2023 - 07:45
NAPOLI. Un salasso. Ogni famiglia napoletana - in media - ha dovuto impegnare circa due stipendi per far fronte all’aumento delle spese piovutogli addosso nel 2022. La guerra in Ucraina e la crisi energetica hanno spinto al rialzo i prezzi di beni e servizi, portando ad incrementi dei listini che hanno investito tutti i settori: dagli alimentari ai trasporti, dal turismo alla ristorazione.
LA STANGATA. La spesa aggiuntiva è stata pari a 2.245 euro a famiglia, considerando un nucleo medio di quattro persone. Non solo. Si tratta di aumenti ai quali è impossibile sottrarsi, perché le sue principali voci investono beni di prima necessità, a cominciare da alimentari e bollette di energia elettrica, gas e acqua. A dicembre l’inflazione a Napoli si è attestata all’11,1% e facendo il conto dei rincari dei vari settori, spiega il Codacons che ha elaborato le tabelle del ministero dello Sviluppo economico, questo si è tramutato in una stangata pari a circa due stipendi medi. Preoccupa, in particolare, il volo preso dai prezzi per alimentari e bevande: il loro aumento in città è stato secondo soltanto a quello delle bollette.
ALIMENTARI RECORD. La crisi dei prezzi energetici, infatti, si è trasferita immediatamente sull’intera filiera e così gli alimentari ne hanno risentito subito, registrando un aumento del 14,1% su base annuale, dopo aver subito un ulteriore rialzo dello 0,5% a dicembre scorso rispetto al novembre precedente. Eppure, nonostante questo, in ogni caso va tenuto conto che a livello provinciale Napoli resta la città la più economica d’Italia sul fronte della spesa alimentare.
PER MANGIARE A MILANO IL 47% IN PIÙ. Se prendiamo Milano, ad esempio, per mangiare occorre spendere in media il 47% in più rispetto a Napoli. In particolare, per acquistare un paniere composto da ortofrutta, carne, pesce, pane, ecc. sotto la madonnina si spendono in media 99,24 euro, contro i 67,58 di Napoli. All’opposto, invece, la città partenopea è quella dove si registra la tariffa dei rifiuti più alta d’Italia (507,96 euro), il 148% in più rispetto a Trento, dove per la Tari si pagano appena 205 euro.
GLI ALTRI AUMENTI. Alimentari a parte, a Napoli la spesa per bollette e abitazione ha subito un incremento del 50,7% su base annuale, seguita dai servizi ricettivi e di ristorazione (+8,8%) e da mobili, articoli e servizi per la casa (+6,7%). L’unico capitolo in discesa è quello delle Comunicazioni, che sempre su base annuale è diminuito dello 0,9%. Bari è invece la città dove, per una donna, in media costa di più farsi tagliare i capelli: più del doppio che a Napoli. Una visita privata dal ginecologo costa di meno al Sud (80 euro a Napoli, 95 euro a Catanzaro), contro i 155 euro di Trento e Milano.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo