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Trappola mortale in trattoria, epurazione interna agli Scissionisti

Trappola mortale in trattoria, epurazione interna agli Scissionisti

Killer in azione tra i clienti, Vincenzo Nappi freddato con otto colpi di pistola: era il contabile del boss Mariano Riccio

MELITO. Un omicidio di camorra, il primo dell’anno, che al momento è un rompicapo per gli investigatori. Vincenzo Nappi “’o pittore”, uno dei referenti degli Amato-Pagano a Melito, era stato il ragioniere del ras Mario Riccio, detto “Mariano”, e rischiò di essere ucciso  nell’ambito della clamorosa scissione interna tra i due gruppi imparentati tra loro. Ma è passato troppo tempo e per l’agguato di cui è rimasto vittima all’ora di pranzo di ieri probabilmente c’è un’altra spiegazione: un’epurazione interna per motivi inerenti vicende recenti oppure un attacco esterno agli ex Scissionisti, anche se nessuno avrebbe colto segnali di nuove guerre nell’area nord di Napoli. In ogni caso, commenta un esperto poliziotto anticamorra, «si tratta di un episodio molto grave» e foriero di possibili vendette. Alle 12 e 30 circa Vincenzo Nappi, napoletano d’origine, 57 anni compiuti il giorno di Natale scorso, era entrato nel ristorante “Gaetano e Teresa” in via Rossi a Melito in compagnia di tre uomini, che si sono allontanati subito dopo la sparatoria. Nel locale c’erano pochi clienti in quel momento, terrorizzati dall’irruzione di due sicari a volto scoperto che hanno sparato entrambi con pistole calibro 7,65 e 9 mentre il terzo del commando copriva loro le spalle all’esterno. Almeno otto proiettili hanno raggiunto alla testa e al torace il bersaglio, seduto a tavola con l’antipasto davanti. Il pregiudicato ha avuto appena il tempo di rendersi conto di quanto accadeva ed è morto all’istante tra il fuggi fuggi generale. L’allarme è scattato immediatamente e i primi ad accorrere sono stati i carabinieri della compagnia di Marano, che hanno sentito due clienti che si erano buttati a terra per cercare riparo e non hanno visto niente, e i titolari del ristorante, i quali anch’essi non hanno potuto riferire nulla di utile per le indagini. Tra l’altro Vincenzo Nappi non frequentava il locale e la circostanza apre ad alcune riflessioni. Innanzitutto: con chi si é incontrato “’o pittore” e perché lontano dai luoghi soliti? E poi: escludendo l’ipotesi di una trappola, è logico pensare che sia stato seguito o che qualcuno ha fatto una “soffiata” ai killer vendendolo entrare. Due volte sposato, due figli con la prima moglie e con la seconda incinta, Vincenzo Nappi era stato scarcerato ad agosto del 2020 con sorveglianza speciale conclusa poi a ottobre dello stesso anno. I carabinieri della compagnia di Giugliano lo avevano arrestato nel 2011 dopo tre mesi di latitanza per un’inchiesta su droga e camorra: in manette finirono in otto. Tornata la pace tra i Riccio di Marano e gli Amato di Melito grazie alla mediazione di “Zia Rosaria”, al secolo Rosaria Pagano, “’o pittore” si era stabilito nel comune di  Melito diventando uno dei principali capizona e nulla lasciava pensare a un agguato nei suoi confronti. Diversamente dal 2001, quando finì apertamente nel mirino e su di lui pendeva “una condanna a morte”, come mise a verbale il pentito Giovanni Illiano: «Si doveva colpire perché teneva tutto il giro dei soldi di Mariano Riccio».

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