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Sexy pasticceria al Vomero: «Sorpresi di aver creato scandalo»

Sexy pasticceria al Vomero: «Sorpresi di aver creato scandalo»

NAPOLI. È sicuramente l’argomento del giorno e non solo al Vomero. Perchè a magiare un dolce alla sexy pasticceria vogliono andarci in tanti. Coloro invece che hanno già detto che non vi entreranno mai, in queste ore, sottolineano anche un’ubicazione per così dire non proprio strategica visto che la sexy pasticceria si trova in via Scarlatti, nel tratto non pedonalizzato, proprio sul marciapiede dove c'è una fermata dell'Anm mentre di fronte c'è uno dei pochi negozi di giocattoli rimasti al Vomero, frequentatissimo dunque da genitori con bambini anche in tenera età. Ed è stata propria una mamma che sabato scorso, il giorno nel quale è stata inaugurata la nuova attività, ha scritto al presidente del comitato Valori collinari, Gennaro Capodanno, chiedendo: «Cosa devo dire alle mie figlie quando passeranno lì vicino?». Capodanno ha voluto prima di tutto puntualizzare che la prima osservazione, sul piano generale, è stata quella che al Vomero, già trasformato negli ultimi tempi in un quartiere fast food, non si avvertiva alcuna necessità di una nuova pasticceria, visto, tra l'altro, che l'ultima ha aperto poche settimane fa a un tiro di schioppo, nell'isola pedonale di via Scarlatti. «In un periodo, tra l'altro, nel quale sta montando forte la polemica per le giuste proteste dei residenti nella limitrofa via Cilea, dove si assiste ogni giorno alla congestione del traffico anche per colpa dei numerosi esercizi pubblici che hanno aperto negli ultimi tempi, questo proliferare di food shop non era necessario. Quanto poi alla presunta valenza sociale e culturale di una iniziativa che prevede l'esposizione e la vendita di dolciumi a forma di organi genitali maschili e femminili - aggiunge Capodanno -, per comprendere quanto i promotori siano distanti da qualsivoglia forma di cultura, basta andare alla pagina della ditta che ha aperto l'attività, presente sul social network Facebook, dove, in un post, sostituendo l'organo sessuale maschile alla parola alea contenuta nella famosa frase “alea iacta est”, che secondo lo storico Stetonio sarebbe stata pronunciata al passaggio del Rubicone da Giulio Cesare, la si attribuisce come frase che quest'ultimo avrebbe potuto pronunciare "se si fosse trovato dinanzi a Mr. Dick". Al di la di queste questioni - sottolinea Capodanno - l'insegna va rimossa. Al riguardo ho già sollecitato l'intervento di alcuni esponenti dell'amministrazione comunale, alla stregua di quanto già avvento a Roma e a Milano, che hanno portato a far coprire l'insegna. Mi auguro che la stessa cosa si faccia a Napoli». Intanto i responsabili del marketing dell’azienda si dicono sorpresi da tutto questo clamore. Giovanna tiene infatti a precisare che «non c’è niente di volgare. Sono dolci che ricordano i genitali, ma niente di più. È un posto dove ci si diverte, ci si fa una risata. Ecco non pensavamo di creare uno scandalo. Pensavamo invece che si accogliesse con ironia. Nessun problema a Milano, nemmeno a Roma. Per quanto riguarda le insegne a Roma e a Milano sono stati tolti i logo ma non certo l’insegna. D’altronde c’è fila, piace, la gente vuole venire a comprare i nostri dolci. E questo è tutto. E devo aggiungere una cosa: creiamo lavoro, in tutta Italia abbiamo più di trenta assunti, ragazzi giovanissimi. Chi ci ha commentato non è entrato e non ci conosce».

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