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Agguati e vendette tra gang, presi i babykiller dei Quartieri

Agguati e vendette tra gang, presi i babykiller dei Quartieri

NAPOLI. Nel giro di appena sei ore avevano messo a ferro e fuoco la zona della Pignasecca compiendo ben due spargimenti di sangue: il primo innescato dal sospetto che la vittima designata, Nicola Minieri, avesse preso parte al furto dello scooter “sbagliato”; il secondo scatenato invece dalla sete di vendetta per il raid subito ed ad andarci di mezzo fu in questo caso un innocente, Antonio Giarnieri, la cui unica “colpa” era quella di essere fratello di Mario, uno dei sicari del commando ritenuto responsabile. Del primo agguato. Dopo tre anni di silenzi omertosi, ieri mattina l’inchiesta è però finalmente arrivata a una svolta. I carabinieri hanno infatti tratto in arresto i quattro presunti giovanissimi pistoleri. La delicata indagine è stata condotta dai carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale di Napoli, i quali, sotto il coordinamento della Dda partenopea, hanno lavorato incessantemente per risalire ai responsabili dei due agguati, che ieri mattina sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Manette ai polsi, dunque, per Mario Giarnieri, 25 anni, e Ciro Marrazzo, 23 anni, accusati di aver gambizzato, la notte del 29 novembre 2019 il rivale Nicola Minieri, oggi 22enne; quest’ultimo, insieme a Ciro Minieri, 23 anni, è invece stato arrestato in quanto ritenuto responsabile del clamoroso agguato avvenuto alle 8 della mattina successiva all’interno del “Bar Sommella” della Pignasecca. In questo caso ad andarci di mezzo fu Antonio Giarnieri, ferito sul posto di lavoro con tre colpi di pistola: il tutto davanti a decine di clienti e passanti terrorizzati per l’accaduto. I quattro arrestati, nonostante la giovane età, sono tutti da tempo noti alle forze dell’ordine: i fratelli Minieri, già sospettati di essere vicini al clan Masiello dei Quartieri Spagnoli, sono stati arrestati lo scorso anno per un conflitto a fuoco con una gang rivale del Cavone; Marrazzo, già coinvolto in una recente inchiesta sul clan Giuliano di Forcella, ha precedenti per rapina. Tornando invece all’indagine che ha portato al blitz di ieri, i carabinieri si sono mossi con abilità su un terreno costellato di omertà e insidie. Quasi subito, soprattutto interrogando i parenti di Giarnie ri, qualcosa era emerso. In particolare, il padre aveva fatto un vago riferimento a «un regolamento di conti, dovuto a qualche malefatta di Mario». Gli accertamenti sono andati avanti a tamburo battente e qualche giorno dopo i militari dell’Arma hanno recuperato un pizzino al cui interno era riportato un grave messaggio minatorio: «E stat Mario e mo stevem ind makin a kiammat Ciro a Boxer ait aier 4,5 vigliacchi man rutt o mezz ma mo amma fa male sacc o frat e Mario a ro fatic». La svolta arriva il 19 dicembre 2019, quando gli investigatori intercettano in casa Giuseppina Mazzocchi, madre dei Minieri, che, parlando col figlio Ciro, afferma: «Ha detto una signora... hai capito sulle Chianche che dicono! che Nicola ha sparato a un ragazzo... e poi è andato anche a sparare al fratello del ragazzo... Nicola ha fatto un guaio...».

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