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Castellammare, Annunziata: «Per il porto un progetto internazionale di idee»

Castellammare, Annunziata: «Per il porto un progetto internazionale di idee»

CASTELLAMMARE DI STABIA. Pnrr: finanziamenti a piene mani per tutti, tranne per il porto di Castellammare di Stabia. Perché l’ex presidente della Port Authority, Pietro Spirito, che ha preceduto l’attuale Andrea Annunziata, ha “dimenticato” di presentare delle schede sui progetti di ammodernamento dello scalo portuale stabiese. Quindi, la città delle acque, con tutte le sue pretese o aspirazioni di diventare un attracco crocieristico, rimarrà la cenerentola di tutti i porti della Campania. Che fine ingloriosa… Castellammare di Stabia, dunque, è disperatamente destinata al degrado e all’arretratezza in cui attualmente versa? «Intendo uscire a tutti i costi da questo infelice imbuto in cui sembra essere incastrato il porto stabiese» risponde l’attuale Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centrale che ha competenza su Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia.

Ma come?

«Certo, al momento i termini per accedere ai finanziamenti del Pnrr sono chiusi. Però, appena si partirà con le gare dei progetti che hanno ricevuto i fondi, di certo, avremo dei ribassi che lasceranno dei “tesoretti” il cui auspicio è che, siccome sono soldi assegnati all’Italia, dovranno restare nella nostra nazione. Quel capitale potrà essere reindirizzato a ulteriori pianificazioni. Castellammare di Stabia potrebbe essere tra questi. Però…».

Però?

«Bisogna che immediatamente si progetti ciò che si vuole realizzare per questo porto…».

Spieghi meglio.

«Innanzitutto, è necessario continuare il dialogo con Fincantieri e con tutte le istituzioni interessate: Comune, Regione, Governo. Perché c’era un finanziamento per riammodernare lo stabilimento ampliandolo con una banchina moderna nell’area a Sud del Cantiere. Bisogna fare in modo che quei soldi non vadano persi ma impiegarli, sulla base di quel progetto che prevedeva di ribaltare le attività del cantiere all’opposto del porto per renderlo più moderno, efficiente e produttivo, che assicuri maggiore occupazione in questo comparto. C’erano, per questo obiettivo, altri fondi previsti dalla Regione Campania. Ma il problema principale è capire quanto il Governo vuole impegnarsi su questo fronte. Perché Fincantieri è per oltre l’82% partecipata dello Stato e siccome al Sud gli stabilimenti di Fincantieri sono solo due, Castellammare e Palermo, va chiarito quale futuro il Governo intende dare a questo cantiere navale».

E dei silos dismessi, lei cosa intende fare?

«Quello dei silos e di tutto quanto li circonda è un rebus. Ho chiesto più volte alla Soprintendenza se esiste un’autorizzazione ad abbatterli come mi sembra che la città intera si aspetti che avvenga. Ma finora non ho ricevuto alcuna risposta. Sembra che nessuno sappia se sia stata mai definita l’esistenza o meno di un eventuale vincolo a procedere».

Quali sono le ipotesi, laddove si possa o meno abbattere la vecchia struttura di raccolta di grano?

«Non ce ne sono. È proprio un progetto di moderno che manca su quell’area, ce ne sono del passato, ma ora si debbono considerare le esigenze attuali di mercato per rilanciare la città nel settore turismo, della cultura, della produttività del cantiere, del commercio e del porto. Ed io aspiro a breve, anzi, brevissimo, a colloquiare con associazioni, movimenti cittadini, il Comune, per dare subito un indirizzo a quest’area e ad altre che possono e debbono con urgenza essere ammodernate, in considerazione del grande potenziale economico che riuscirebbero a sviluppare».

A breve?

«Sì, agli inizi di febbraio mi incontrerò con il Commissario prefettizio al Comune, con l’obiettivo di candidare il porto di Castellammare di Stabia ad altri finanziamenti. Per realizzare progetti da affidare con rapidità. Lo scopo è di riuscire a fare da traino ad altri segmenti produttivi e attrattivi della città. Perché Castellammare non merita di restare in questo abbandono, ma deve riappropriarsi del suo ruolo di perla al centro del Golfo di Napoli»

Ha qualche idea?

«Ne avrei più di una. Ma prima deve esprimersi la città e, poi, sarei ben lieto di indire un concorso internazionale di architettura per avviare il processo di riqualificazione dell’area».

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