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Violenza tra minori, «A Napoli è in atto una “guerra di sguardi"»

Violenza tra minori, «A Napoli è in atto una “guerra di sguardi"»

A Napoli, tra i minori, è in atto una vera e propria «guerra di sguardi». Così il procuratore generale di Napoli Luigi Riello sulla crescita del numero di reati che vedono protagonisti i minori. Nel corso della conferenza stampa di presentazione dell'Anno Giudiziario 2023, Riello ha voluto sottolineare che ormai «c'è un deserto di valori» e che «si deve lavorare per bonificare e diffondere la cultura della legalità». Il fenomeno interessa le periferie quando i solotti buoni della città, e si concretizza prevalentemente nei weekend e nelle zone della movida dove basta uno sguardo a una ragazzina per scatenare una rissa. Il procuratore ha anche stigmatizzato alcuni «videogiochi che non sono vietati a minori e che istigano alla violenza e ad atti di autolesionismo. I genitori non controllano e anche la scuola non educa al sacrificio e all'impegno». Per Riello «c'è un deserto di valori anche se non è il nostro compito farne fronte. Noi dobbiamo diffondere la cultura della legalità e offrire collaborazione per controllare una rete che è ormai fuori controllo». 

INTERCETTAZIONI. «Nel dibattito aperto sul tema delle intercettazioni, che è molto delicato, si sono sovrapposti due piani diversi: l'uso e l'eventuale abuso delle intercettazioni e la gogna mediatica, che sono due temi totalmente diversi». «Per quanto riguarda l'abuso o il ricorso eccessivo a questo strumento - ha aggiunto Riello - non mi risulta a livello di questo distretto che si sia fatto un uso eccessivo di questo strumento di indagine. Se parliamo di gogna parliamo di un problema serio, però come è stato dimostrato da quando sono entrate in vigore le disposizioni volute dai precedenti ministri Orlando e Bonafede, non si sono registrate fughe di notizie significative. Sottolineo che anche prima che ci fosse una regolamentazione più rigorosa relativa alle intercettazioni e la custodia di supporti nelle singole Procure, la legge ha sempre fatto distinzione tra la non segretezza dei dati e la loro pubblicabilità».

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