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28 Gennaio 2023 - 08:15
NAPOLI. «Lui ha sparat a fratm e lui si è fatto sparare... pensano che tengono io il problema... hanno fatto tutto loro... il figlio ha sparato il padre». Una vicenda incredibile, anche per il variegato mondo della camorra, è stata ricostruita dalla polizia nel corso dell’indagine che ieri ha portato alla notifica di una misura cautelare in carcere a sette componenti del gruppo dei Quartieri Spagnoli che si era staccato dai Masiello di largo Baracche per rendersi autonomo. Tra essi c’è Ciro De Crescenzo, 40enne, finito nei guai per aver sparato a Ciro Minieri il 15 dicembre 2021 per vendicare il figlio Ferdinando (19enne che era con Ugo Russo quando il carabiniere sparò a quest’ultimo), che aveva litigato con l’altro. Ma “per pareggiare i conti” ed evitare di rimanere vittima di un agguato “Ciruzzo” aveva pensato di farsi sparare da “Nando”. Cosa avvenuta, nella ricostruzione degli inquirenti, il 15 gennaio successivo, e di cui ha parlato Nicola Minieri (fratello di Ciro) con la madre e con Luigi Ammendola in conversazioni registrate da una microspia. Agli atti figurano altri passaggi dell’ambientale. Nicola Minieri, parlando con Ammendola, sottolineava come fosse solo una vittima: «Se lo arrestano... arrestano solo loro... fratm è sul a vittima... 50 guardie... 50 perquisizioni». E poi: «Ha fatt na grossa tarantella. O figlio gli ha sparato... gli ha fatto mettere 30 punti…gli ha sparato nella gamba, più sopra del ginocchio... ha fatto tutto lui... ha sparato a fratm e poi si è fatto sparare nel...». Quella dei poliziotti della “Omicidi” della Squadra mobile della questura (dirigente Alfredo Fabbrocini, vice questore Luigi Vissicchio) è stata un’indagine (coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia) a tutto campo sul gruppo Minieri. I mesi di intercettazioni hanno prodotto diversi risultati, l’ultimo dei quali condensato nei provvedimenti restrittivi a carico di Nicola Minieri, 22 anni; Ciro Minieri, 23; Luigi Ammendola, 18; Raffaele D’Avino (fratello di Vincenzo, estraneo alla vicenda), 19enne; Nicodemo De Stefano, stessa età; Francesco Pio Miano, 19 anni, e Ciro De Crescenzo. Nell’inchiesta sono coinvolti alcuni indagati a piede libero, tra cui Carmine Grammatica “o’ tappetto” (gambizzato in via Speranzella martedì scorso) e Ferdinando De Crescenzo per lo sparo al padre. Tutti da considerare innocenti fino all’eventuale condanna definitiva e difesi da penalisti esperti. I due Minieri e Raffaele D’Avino (ai domiciliari) sono accusati di aver commesso al Mercato una rapina di due Rolex (da 25 e 30 mila euro) il 6 marzo 2022. Ciro De Crescenzo, anch’egli finito agli arresti in casa, dovrà rispondere del ferimento di Ciro Minieri con l’aggravante mafiosa. Mentre Luigi Ammendola, Stefano Nicodemo e Francesco Pio Miano sono gravemente indiziati di aver illecitamente detenuto e portato in luogo pubblico due pistole, in concorso con Nicola Minieri e a due minorenni, per i quali procede invece la procura per i Minorenni.
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