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Anno giudiziario, Pg Riello: basta buonismo con baby gang

Anno giudiziario, Pg Riello: basta buonismo con baby gang

«Auguro al Consiglio Superiore della Magistratura appena insediatosi buon lavoro e spero che questo consiglio voglia dimostrare con la coerenza delle scelte e la dignità dei comportamenti che la tempesta esplosa con il Csm sia passata. Non è bastato cacciare Palamara per risolvere una questione morale». Così il procuratore generale di Napoli Luigi Riello durante il suo discorso all'inaugurazione dell'Anno giudiziario della Corte di Appello di Napoli. «Occorre lavorare affinché la Magistratura che ha dimostrato, purtroppo, di non essere indenne alla questione morale che ha da tempo investito parte del Paese e delle sue Istituzioni, riconquisti il suo prestigio e la sua credibilità».

«La Legge Cartabia è una depenalizzazione camuffata» scrive Riello nella sua relazione, anche se nel suo intervento usa toni più morbidi rispetto a quelli usati nel testo. «Credo - scrive ancora il Pg - che ricorrere ad una legge “spazzafascicoli”, o se volete ad una strisciante amnistia, sia una strada più comoda e facile che procedere ad una effettiva razionalizzazione del processo».

E sulle intercettazioni Riello spiega: «Non vogliamo sbirciare dal buco della serratura, ma è ignoto solo a chi non vuol vedere l'intersecazione che c'è tra i reati di mafia e quelli contro la Pubblica Amministrazione. Pensare di legiferare in maniera schematica di fronte a una realtà cisi complessa e fluida è estremamente sbagliato».

«Il buonismo normativo nei confronti dei minorenni che delinquono è contrario all'interesse del minore (che non si renderà conto del disvalore sociale della sua condotta) ed è decisamente criminogeno in quanto induce la criminalità organizzata ad utilizzare sempre più i minorenni per ogni tipo di reato». Riello dedica un capitolo importante al fenomeno della criminalità minorile. Sul banco degli imputati la scuola, la famiglia, le leggi e anche i videogame che inneggiano alla violenza. E un'attenzione al ruolo sempre più da protagonista delle giovani donne all'interno delle baby gang. "La violenza come modo per affermarsi - ha sottolineato Riello - ha invaso il mondo giovanile: c'è un agito violento di ragazzi e ragazze le quali, non di rado, stanno entrando in terreni dove il machismo tipico del genere maschile viene assunto nelle maniere più deteriori. Ormai - ha sottolineato Riello - nello stile di condotta di molte ragazzine si riproduce l'atteggiamento tipico del maschilismo più retrivo". Riello ha ricordato infine l'episodio choc accaduto lo scorso settembre a Giugliano con un tredicenne indotto a togliersi la vita da una banda di baby bulli».

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