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30 Gennaio 2023 - 19:03
NAPOLI. Sarebbero già a una svolta le indagini sul grave ferimento di Salvatore Alfano (nella foto), 42enne del Cavone collegato al gruppo Festa. Gli investigatori seguono soprattutto la pista di un vecchio regolamento di conti, magari per una vicenda di cui la vittima nemmeno si ricordava, mentre sarebbe meno considerata l’ipotesi della vendetta per un litigio avvenuto da poco tempo. In ogni caso dietro il tentato omicidio non ci sarebbe la ripresa della guerra di camorra nella parte centrale della città. Volevano ammazzarlo ma non ci sono riusciti nonostante le sette coltellate tra l’addome e la schiena inferte a Salvatore Alfano, da circa un anno trasferitosi in provincia di Avellino. Venerdì sera è tornato a Napoli senza immaginare che qualcuno lo attendesse al varco, anche se gli investigatori escludono collegamenti tra il ferimento e vicende di camorra, quantomeno di guerra. In una stradina adiacente piazza Dante è stato aggredito da due uomini, uno dei quali lo ha colpito ripetutamente con la lama con l’evidente scopo di ucciderlo. C’è mancato poco: la vittima, scarcerata da un anno, ora è in rianimazione nell’ospedale dei Pellegrini ma non è in pericolo di vita. Prima ai medici e poi ai poliziotti della Omicidi della Squadra mobile della questura partenopea Salvatore Alfano, nonostante la gravità delle sue condizioni, è riuscito a riferire sinteticamente la dinamica del tentato omicidio nei suoi confronti. «Erano in due con cappellini e scaldacollo e mi hanno aggredito in via Bagnara». Le indagini, anche se nessuna pista viene esclusa, si starebbero orientando quanto al movente su un litigio pregresso o su un regolamento di conti per vicende vecchie. Mancava poco alla mezzanotte di venerdì e la zona era piena di gente, ma nessun testimone finora non si è fatto avanti. Gli investigatori hanno acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza di piazza Dante alla ricerca di indizi.
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