Tutte le novità
02 Febbraio 2023 - 08:46
NAPOLI. Nuove modalità di ingresso, numero chiuso e carenza di assunzioni. Sono queste alcune delle criticità che emergono da quel filo sottile che separa la formazione dalla professione. Su questi temi interviene Bruno Zuccarelli, presidente dell’ordine dei medici.
Presidente, quali criticità si sono affrontate con i Tolc?
«La cosa più importante è che si dà al candidato la possibilità di provarlo più volte. C’è stato questo tentativo di rivedere la metodologia, anche se non sono state riviste le materie. Da chiedersi è, però, se una preparazione prettamente scientifica sia in grado di fornirci un buon medico. Non dobbiamo, forse, ricercare anche altri valori? Con questa metodologia, ciò, non è stato affrontato, ma sicuramente si tenta di rendere più oggettiva la selezione rimuovendo la discrezionalità di chi valutava la risposta. Tuttavia, è davvero oggettiva una valutazione che dipende molto dalla bravura e dalla velocità nel rispondere a quesiti online in tempi ristretti?»
Il ministro Bernini indica il numero chiuso come il “tema dei temi”, lei cosa ne pensa?
«Non mi piace parlare di numero chiuso, parliamo di “numero programmato”. Uno Stato che programma deve sapere di quanti medici avrà bisogno tra 10 anni. Ritornare alla pletora medica degli anni ‘70 sarebbe un grave errore. Sono assolutamente contrario nell’aprire ad libitum la facoltà di medicina».
Ma, attualmente, c’è carenza di medici?
«Non c’è carenza di medici, c’è carenza di medici specialisti. Dobbiamo aumentare i laureati in medicina sì, ma dobbiamo ancor di più aumentare, notevolmente, il numero degli specialisti nelle discipline chirurgiche ed in quelle di emergenza e urgenza. Il problema è che, in queste discipline, si bandiscono borse di studio che, però, vanno deserte perché i medici lì non hanno possibilità di carriera, andrebbero pagati meglio e soprattutto dovrebbero avere maggiori garanzie in tema di sicurezza personale».
E quindi il calcolo del fabbisogno medici, fatto dal ministero e dalle Regioni, in questi anni, come si è rivelato?
«Assolutamente fallace, noi già 10 anni fa abbiamo riferito ai tavoli ministeriali che le borse di studio di specializzazione erano basse, ma sono stati completamente sordi e non hanno aumentato i numeri. Con il precedente ministro Speranza, c’è stato un aumento ma è indispensabile rendere più attrattive le discipline citate prima, che sono le più problematiche».
Nella sanità pubblica è emersa la figura del “medico a gettone”, può definirla e dirci se ormai è un fenomeno da considerarsi strutturale?
«Gli ospedali dicono che non possono assumere perché hanno limiti di spesa però poi, mancando i medici, prendono i cosiddetti “medici a gettone”. Si tratta magari anche di medici in pensione pagati per la prestazione. Alcune regioni lo hanno reso strutturale, per fortuna la Campania no. Noi, siamo assolutamente contrari perché lo stato pensa di risparmiare non assumendo direttamente, poi magari paga le cooperative anche il triplo. È un errore strategico».
Ciò incide anche sulla resa del sistema sanitario?
«Assolutamente. Non c’è una buona resa. Il medico in questione è come un mercenario. Non rispondendo al sistema organizzativo della struttura, perché non c’è continuità, ne inficia il sistema».
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo