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Porto di Castellammare, Vozza: «Ingiustificabili ritardi»

Porto di Castellammare, Vozza: «Ingiustificabili ritardi»

CASTELLAMMARE DI STABIA. Nell’immaginario di Salvatore Vozza, si potrebbe ribattezzare Castellammare di Stabia come la “città dei due porti”. Ad Est e ad Ovest, infatti, lo specchio d’acqua dell’antica Stabia la si potrebbe chiudere nelle intense attività diportistiche di Marina di Stabia (verso la foce del fiume Sarno) e - all’opposto - nel rilancio dell’ex porto commerciale. «Ma su quest’area deve agire l’Autorità portuale che finora non ha tenuto in nessun contro lo scalo di Castellammare di Stabia, centrale rispetto a Napoli e Salerno».

Lei ha guidato la città proprio quando il Demanio dismise quest’area, cosa fece all’epoca il Comune?

«La decisione fu di acquisire tutto all’Ente, per evitare che immobili e attracchi venissero venduti a personaggi ambuigui. Poi, nel 2007, scegliemmo di cedere il porto di Castellammare all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale. Il Comune non avrebbe avuto la forza di gestire da solo il Porto stabiese».

Ma, a quanto pare, lo scalo è rimasto schiacciato tra i due più potenti interessi delle città di Salerno e di Napoli. E rientrare nell’Autorità portuale non ha giovato né alla città né al porto.

«Infatti, siamo ancora fermi a quegli iniziali propositi: abbattere i silos, ridurre le volumetrie degli ex magazzini generali, creare un parcheggio sotterraneo, addirittura fare ricorso a un bando internazionale di idee, che è stato già presentato dal precedente sindaco Cimmino e passato nelle mani dell’Autoritòà portuale con 20mila euro già ottenuti dalla Regione Campania. Ma è possibile che dal 2007 a oggi l’Autorità portuale non sia riuscita nemmeno a portare un barattolo di pittura a questo scalo? Le difficoltà che si trovano sono ingiustificabili. Anche il piano regolatore attende dal 2007. Per l’estensione del nostro porto non ci vuole molto, che diamine, questo non è l’enorme porto di Amsterdam...».

Quanto è vasta l’area? Quali strutture abbraccia?

«L’Autorità presieduta da Andrea Annunziata possiede e ha pertinenza su tutta la Fincantieri, l’edificio dell’ex Leonardo Fea, che un tempo formava Periti naval e oggi è occupato dalla Lega Navale. Poi c’è l’intera banchina dell’Acqua della Madonna, ci sono i Magazzini generali, i Silos, il porto commerciale, le strutture del Montil, quelle del Circolo Velico e del Nautico Stabia, del Cral dei Cantieri e fino alla Banchina di Zi’ Catiello, incluso l’ex Nautilus, oggi con il Circolo internazionale. Solo il Palazzetto del Mare è del Comune».

Beh, ci sarebbe veramente molto da fare...

«Partendo dalle esigenze di Fincantieri che ha necessità immediate di ampliare e modernizzare il cantiere per varare le navi militare in programma. La Marina Militare, poi, vorrebbe assicurarsi la Caserma Cristallina, perché da qui ad altri 7 anni dovranno trovare alloggio dai 200 ai 300 militari destinati a collaborare ai sistemi specializzati di bordo. I primi militari vengono già ospitati in Fincantieri e, intanto, si sta ristrutturando la torre del Faro a Pozzano, per ricavare altri appartamenti. Sono richieste da assecondare al più presto perché costituiscono opportunità di sviluppo irripetibili per la nostra città ch, sul fronte del futuro del cantiere, è proiettata verso 7-8 anni di lavoro assicurato».

Infatti, il presidente del porto, Annunziata, mostra di avere fretta e la prossima settimana si terrà un tavolo sul futuro del porto, con il Commissario al Comune, il Demanio e Fincantieri.

«Ho tentato di venire incontro al presidente Annunziata, consegnandogli tutto ciò che dal 2007 a oggi è stato già prodotto sul nostro Porto di Castellammare. Ma non mi pare che si sia dato troppo da fare. Che dire, speriamo bene. Ho solo perplessità sullesigenza espressa rispetto agli attracchi delle navi da crociera».

Perché?

«È realisticamente impossibile che una nave da crociera possa entrare nel nostro porto, potrebbe attraccare solo in rada o sfruttare il molo del Cantiere che non lo cederà mai, perché di quello spazio ha bisogno per allestire le navi già varate. E, poi, è inimmaginabile vedere frotte di crocieristi sbarcare dalle navi e attraversare la Fincantieri per entrare in città».

Ma se le navi starebbero in rada? Potrebbero sbarcare con battelli che a terra e si risolverebbe così il problema, come avviene a Sorrento...

«Certo, per questo si dovrebbe preparare con estrema urgenza un ambiente adatto ad accoglierli, trasformando l’attuale marciume in ristoranti, negozi di brand di marca e botteghe artigiane, centri commerciali e alberghi. Altrimenti il destino di questa città sarà solo quello di intasarsi ulteriormente del traffico di bus e taxi che prelevano i turisti al porto per trasferirli a Sorrento o a Pompei, saltando la tappa Castellammare di Stabia, con tutte le ricchezze e le attrazioni che pure può offrire».

Intanto, c’è Stabia Main Port...

«Sì, tra poco si apre all’accoglieza dei locali che sono stati già ristrutturati per ospitare i diportisti dei mega yacht, e la riqualificazione del porto deve puntare anche a loro».

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