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11 Febbraio 2023 - 10:01
NAPOLI. «Sapete quanto abbiamo ogni anno di fondi del funzionamento amministrativo? Ventimila euro. E senza la nostra creatività non potremmo fare alcun progetto, da quello della robotica a quelli in sinergia con varie realtà di Napoli». Parte da questa cifra irrisoria da poter spendere per le varie attività della scuola Stefania Colicelli, preside dell’Istituto “Ristori” di Forcella, nel corso dell’iniziativa di Svimez. «Non è giusto - afferma - che al Sud un bambino di 3 6 o 7 anni impari a mangiare al banco e non al tavolo perché mancano i refettori qui. Ha senso che condivida quel momento con la maestra e gli amici in un luogo idoneo e non che lo faccia in altro modo. La “Ristori” ce l’ha il refettorio nella scuola dell’infanzia ma poi gli alunni subiscono lo shock al passaggio alla scuola elementare perché lì mangiano in aula, subendo un fenomeno che si chiama regressione anziché progredire». Fulcro della questione, per la Colicelli, lo stato dell’edilizia scolastica a Napoli, in Campania e al Sud. «Ci sono i soldi del Pnrr ma mancano i progettisti - denuncia -. siamo a febbraio e non si è fatto nulla per contrastare la dispersione scolastica. Viviamo costantemente a tempo, tutto quello che facciamo lo facciamo se ci sono le risorse. Abbiamo fatto progetti di 30 ore, poi si sono interrotti in attesa che arrivi qualcos’altro. Questo significa non costruire niente, soltanto far intravedere la luce». Di qui l’allarme: «La scuola è l’unico capitale su quale investire, perché sui figli si deve investire. E qui al Sud ci sono ragazzi con grandi potenzialità. Continuando così, però, avremo degli incompetenti perché i nostri figli non continueranno a studiare. È ora di far sentire pesantemente la nostra voce». Progetto di successo è proprio quello relativa la realizzazione della Casa di Vetro, grazie all’impegno de l’Altra Napoli Onlus e di fondi privati. Antonio Lucidi, vicepresidente dell’associazione, afferma che per cambiare rotta è fondamentale «una sinergia tra il mondo del terzo settore, la scuola, le famiglie. Mi viene, in mente in questo senso, l’opera di restauro della chiesa della Compagnia della Disciplina della Santa Croce che ha coinvolto gli studenti della nostra università con quelli olandesi. La sinergia lì ha funzionato. Il buco c’è e va colmato».
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