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13 Febbraio 2023 - 08:55
Il sito storico è ormai diroccato e pericoloso ma il Comune non fa niente nonostante le denunce
NAPOLI. Dell’antica struttura militare del Medioevo, inglobata nel ‘600 nella tenuta dei marchesi Patrizi di Ripacandida, ormai resta poco più di un rudere. Un arco in tufo che cade a pezzi. In cima, una lapide del 1779 riporta una disposizione che vietava la caccia. Tutt’ intorno è degrado, rifiuti, e pietre di un arco che si sbriciola pericolosamente. Benvenuti a Torre Cervati, quartiere Posillipo, tra via Manzoni e via Caravaggio.
L’ ultimo colpo per i residenti, a fine gennaio, è stato il cedimento di un tratto di strada all’ inizio di via Torre Cervati, che è una strada senza uscita, dovuto alle fogne prive di manutenzione e gonfiate dalla pioggia. Decine di residenti sono rimasti in trappola con le loro auto per 10 giorni. Per l’ emergenza è stata creato un passaggio attraverso un parco con una uscita su via Caravaggio, utilizzabile per qualche ora al giorno. Adesso monta la rivolta per una situazione giudicata insostenibile. «Abbiamo combattuto per anni a colpi di esposti e denunce – dice R.A. – con le Municipalità di Chiaia e di Fuorigrotta (che si dividono la competenza a Torre Cervati, ndr) e con il Comune, senza ottenere niente».
L’ arco è stato transennato nel 2017. Da allora nessun intervento, nonostante la caduta di pietre di grosse dimensioni, a pochi metri dall’ Istituto Comprensivo “Nevio”, frequentato da centinaia di ragazzi. Le transenne sono state rimosse e c’è chi sotto l’arco abbandona rifiuti e chi, incurante dei rischi, vi parcheggia l’auto accanto. Dalle caditoie otturate per mancanza di manutenzione d’estate fuoriescono colonie di blatte. Il 6 marzo 2019, dopo un sopralluogo, l’ Asl 1 segnalò alla I Municipalità «il degrado igienico-sanitario dovuto alla presenza di un rudere abbandonato e alla presenza di auto parcheggiate sul lato sinistro della strada in sosta vietata, che rendono difficoltosa ogni opera di pulizia e sanificazione».
La I Municipalità chiese al Comune la collocazione di dissuasori della sosta. «Ma non è successo niente – racconta una professionista che abita proprio di fronte all’ arco semidiroccato – e dopo il cedimento di gennaio hanno rappezzato la strada con una colata di pece, senza neanche risistemare i marciapiedi. Se non vogliono recuperare questo arco storico, lo abbattano. Almeno, eviteremo delle vittime». Così muore un pezzo di Napoli antica a Torre Cervati.
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