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14 Febbraio 2023 - 13:52
Gruppo di fedeli dell'area flegrea bussa alla Curia per poter pregare. Ma la porta resta chiusa
POZZUOLI. Non c’è ascolto in Curia a Pozzuoli per i fedeli della Messa in Latino. Sua Eccellenza, il Vescovo Gennaro Pascarella, è diventato irreperibile. Ricevette quattro mesi due componenti del gruppo attivo e praticante del Rito Tridentino fino al 2019, quando il Covid impose la chiusura delle Chiese, e si impegnò a trovare per i fedeli una cappella (non parrocchia, come stabilito da Papa Francesco), per consentire loro di riprendere l’ufficio della Santa Messa anche nel territorio della diocesi di Pozzuoli. Ma, ai reiterati tentativi di ottenere una risposta, i fedeli si sono trovati le porte della Curia chiuse.
In questi quattro mesi sono state inviate all’attenzione del Vescovo Pascarella lettere e petizioni per sollecitare la risposta del presule, che però non è arrivata. E da parte del Vicario generale, Don Franco Bartolino, che impegnatissimo ha potuto solo concedere una telefonata alla delegazione presentatasi la scorsa settimana in Curia, sono giunti solo balbettii sulle intenzioni del Vescovo in merito alla questione. Don Salvatore Mancino, segretario di monsignor Pascarella è più esplicito: «Forse - ha risposto al ROMA, che sta seguendo la vicenda - il Vescovo non vuole rispondere a questi fedeli».
«Forse - ha aggiunto - ha deciso di non concedergli l’autorizzazione che loro richiedono».
Sono due gravissime affermazioni sulla presunta opposizione di Monsignor Pascarella di riaprire le porte della Chiesa a cristiani cattolici che sono rimasti fedeli al Rito Tridentino, forma preconciliare della Messa, che nel mondo viene celebrata in 95 Paesi con grande partecipazione di giovani e famiglie e che miete molte vocazioni ferventi. A Napoli e in Campania la Messa in latino si celebra in una dozzina di chiese e cappelle e al Pellegrinaggio nazionale “Summorum Pontificum” , che prende il nome dal Motu proprio di Papa Benedetto XVI, concluso nella Basilica di San Pietro ad ottobre, ha partecipato anche il presidente della Cei, Cardinale Matteo Zuppi, che ha celebrato i Vespri.
Se, dunque, il 9 febbraio scorso il gruppo di fedeli dell’area flegrea, che aveva chiesto di essere ascoltata per perorare ancora la richiesta, è stato mandato via senza alcuna risposta, questa volta forse una risposta c’è. Ma va proprio contro le aspettative dimesse e rispettose che il gruppo ha manifestato.
Don Salvatore Mancino ha assicurato al ROMA che sottoporrà la lettera (che era stata già consegnata a don Franco Bartolino) nuovamente al Vescovo e che gli chiederà perlomeno di rispondere alla causa perorata dai fedeli. Lo sconforto è grande… quel “forse non vuole concedergliela” è un macigno che pesa sui cuori dei fedeli.
Perché la questione della “mancanza di un luogo adatto” nella diocesi di Pozzuoli si rivela quindi solo un pretesto per dilazionare questo “no” timoroso di essere pronunciato. In realtà, Papa Francesco non ha mai vietato il Rito Tridentino, liberalizzato da Papa Benedetto XVI nel 2007. Il Motu Proprio “Traditionis Custodes” dell’attuale Pontefice stabilisce che tale rito venga celebrato in chiese non parrocchiali e chiede ai Vescovi di non autorizzare la costituzione di nuovi Gruppi di fedeli. Ma a Pozzuoli il Coetus Fidelium (Gruppo di fedeli) esiste dal 2014. E poi c’è unaltra cosa che Mons. Pascarella dovrebbe spiegare: perché nella sua Diocesi deve essere vietato un rito praticato nella quasi totalità delle Diocesi italiane ed in 95 Paesi nel mondo.
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