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In auto armati fino ai denti: erano diretti a un summit

In auto armati fino ai denti: erano diretti a un summit

NAPOLI. Un summit con i Vigilia o con un altro gruppo malavitoso ma con un imprevisto: sulla via dell’andata o del ritorno si sarebbe rotta una delle due macchine. Così tutti e sei i componenti dei Grimaldi sarebbero saliti sulla Smart in marcia per Soccavo via Vomero. Ecco l’ipotesi, che resterà probabilmente tale, maggiormente presa in considerazione dagli investigatori per spiegare la strana circostanza della piccola vettura carica di persone all’inverosimile. Ciò chiarirebbe, sempre fino a un certo punto, perché Pasquale Grimaldi, figlio del boss Ciro Grimaldi “Settirò” (nella foto) avesse il giubbotto antiproiettile: una protezione per ogni eventualità mentre Ciro Granillo era ancora più attrezzata con la pistola addosso. I carabinieri sono alle prese con un piccolo giallo e starebbero partendo dallo scontro dell’estate scorso tra i Grimaldi-Scognamillo e i Vigilia dell’estate scorsa, culminato in due omicidi. La faida, dopo anni di tregua, ricominciò a pochi giorni dalla Pasqua. Prima una stesa sotto casa di un affiliato ai Grimaldi-Scognamillo, poi una sparatoria con un sospetto ferito lieve (mai recatosi all’ospedale) e in un crescendo inquietante il tentato omicidio di Antonio Ernano, l’omicidio di Emmanuele De Angelis, l’agguato mortale a Michele Della Corte, tutti e tre ritenuti legati ai Viglia con il primo che è loro parente. Cosa abbia provocato il rigurgito di violenza non è ancora chiaro, ma è ipotizzabile che fossero sorti dei contrasti sulla spartizione degli affari illeciti. Mentre invece investigatori di polizia e carabinieri e procura antimafia sono certi che alla base dell’escalation ci siano state alcune scarcerazioni eccellenti su entrambi i fronti. Così come è rimasta un’ipotesi che la guerra si sia allargando all’intera area flegrea o una parte di essa attraverso le rispettive alleanze.

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