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Inchiesta Sma, oggi interrogatorio di garanzia per Passariello

Inchiesta Sma, oggi interrogatorio di garanzia per Passariello

Sarà ascoltato oggi, per l’interrogatorio di garanzia, l’ex consigliere regionale Luciano Passariello (nella foto), finito in carcere nell’ambito di un’inchiesta su appalti pilotati presso la Sma Campania, società in house della Regione, e il Comune di Napoli. Secondo la Procura di Napoli, tra il dicembre del 2017 e il febbraio del 2018 Passariello avrebbe ottenuto denaro in contanti e in nero, a cifre variabili dai 500 ai 23mila euro, da una quindicina di aziende per la propria campagna elettorale per le elezioni politiche che si tennero nel mese di marzo del 2018 alle quali era candidato con Fratelli d’Italia. L’ex consigliere regionale era stato anche presidente della commissione regionale d’inchiesta sulle società partecipate, in pratica l’organismo che avrebbe dovuto tenere sotto controllo le aziende in house della Campania, tra cui anche la Sma. Il tutto mentre dall’ordinanza del Gip Antonio Baldassarre emerge come Passariello abbia cercato di respingere tutti gli addebiti a suo carico prendendo le distanze da Lorenzo Di Domenico, l’uomo che il politico avrebbe sponsorizzato per il ruolo di amministratore della Sma Campania. In un’interrogatorio del 29 settembre del 2021, Di Domenico parla dei suoi rapporti con Passariello definendolo il suo «sponsor». raccontando di averlo conosciuto perché era il suo commercialista. Poi il politico cominciò a dargli qualche incarico e nel 2015, quando fu rieletto, Passariello, racconta Di Domenico, «in un primo tempo mi chiamò e mi disse che sarei stato nominato amministratore della Campania Ambiente e Servizi». Poi lo richiamò e gli disse che sarebbe stato nominato «amministratore della Sma Campania». Di Domenico spiega che Passariello «mi chiedeva continuamente soldi, nel senso che addirittura una vota mi chiamò e mi disse “secondo te perché ti ho messo là, se non per fare soldi”». E sottolinea che «Passariello non mi ha neppure pagato fatture per un ammontare di circa 7.000 euro in relazione alla mia prestazione di commercialista suo e della mande, dicendomi chiaramente che, dopo le mie dimissioni da Sma, non mi avrebbe pagato e che mi sarei dovuto considerare soddisfatto degli emolumento percepiti come amministratore della Sma, nomina ottenuta grazie a lui». In un interrogatorio del febbraio dello scorso anno, nell’ambito di un procedimento penale sullo smaltimento dei fanghi dei depuratori campani, Passariello, in merito ai rapporti con Di Domenico, si legge nell’ordinanza del Gip , respinge le dichiarazioni rese sul suo conto dall’amministratore della Sma, definendo Di Domenico «come un suo amico» e sottolineando che «al rapporto professionale iniziale era subentrato anche uno personale, di intesa e amicizia, che aveva poi condotto alla sponsorizzazione della candidatura di Di Domenico alla guida della Sma Campania». Sulla nomina di Di Domenico, secondo il gip «la versione di Passariello in alcuni passaggi rasenta il ridicolo». Soprattutto, si legge nell’ordinanza, «dopo aver ammesso di aver presentato lui il curriculum di Di Domenico per la guida della Sma Campania, e dopo aver sostenuto di averlo fatto a titolo personale, per via dell’amicizia e della stima che egli a suo tempo nutriva verso lo stesso Di Domenico, che a quel tempo era il suo commercialista, più avanti Passariello ha espressamente parlato di “mio candidato” e addirittura di “mio curriculum”». Il Gip poi scrive che l’ex consigliere regionale «ha poi “rinnegato” sia Chiatto (dipendente Sma distaccato presso la segreteria del politico ndr) che Di Domenico», in particolare per quanto concerne l’aspetto «delle imprese commerciali che avevano avuto incarichi e appalti dalla Sma Campania, dalle quali detti suoi seguaci si erano fatti consegnare le somme di denaro a lui destinate, oppure finalizzate alla sua campagna elettorale. Ha riferito di non sapere nulla delle nazioni proveniente dalle imprese indicate nell’elenco offerto da Di Domenico, ha escluso di conoscere taluni di loro e per quelli che invece conosce» ha negato «di aver ricevuto denaro o contributi elettorali». Versione ritenuta poco credibile dagli inquirenti.

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