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Parco Verde, l'ex boss Ciccarelli risarcisce i familiari di Amaro e Solimene

Parco Verde, l'ex boss Ciccarelli risarcisce i familiari di Amaro e Solimene

Svolta nel processo per gli omicidi di Emilio Solimene e Gennaro Amaro. Il ras Antonio Ciccarelli (nella foto a sinistra), meglio noto con il soprannome di “Tonino ’a Munnezz”, alla prima udienza dibattimentale (prevista per il 17 marzo), si assumerà le sue responsabilità. Nel frattempo i familiari delle vittime sono state già risarcite con un assegno di 160mila euro. Insomma un vero e proprio colpo di scena, tenuto conto dei precedenti episodi. Con queste modalità, l’ex ras del Parco Verde, già alleato del boss Nicola Sautto, tenterà di evitare la condanna all’ergastolo, una condanna certificata visto i pentimenti ad orologeria di Antonio Cocci, Mariano Vasapollo e Gennaro Masi (nella foto a destra). I tre uomini di Antonio Ciccarelli, avendo avuto la certezza che sarebbero rimasti “inchiodati”, hanno racconto la loro verità, abbandonando al suo destino lo stesso ex boss Ciccarelli, che - non potendo pentirsi - ha pensato di evitare l’ergastolo con il risarcimento economico. Resta inquietante che i familiari delle due vittime lo abbiano accettato, dopo che avevano ricevuto minacce. Adesso andiamo per ordine partendo dalle dichiarazioni di Gennaro Masi: «Quando ebbe eseguito l’omicidio di Amaro Gennaro, Vasapollo Mariano immediatamente mi disse con fierezza: «Ora siamo in due a sparare». Questa fu un’ulteriore conferma del fatto che era stato lui ad uccidere Amaro. Vasapollo mi confessò dei particolari dell’omicidio Amaro: mi disse alcune circostanze relative al luogo dove era stato eseguito l’omicidio e mi disse che Amaro aveva detto che prima aveva rinviato l’appuntamento tramite la sua convivente perché doveva allontanarsi per fare delle cure mediche», ricostruisce il collaboratore di giustizia al gip - Vasapollo mi raccontò di averlo colpito prima per due-tre volte al corpo e poi di averlo finito con un colpo in testa, mi pare in fronte. Queste informazioni le seppi da Vasapollo dopo l’omicidio di Solimene». È lo stesso Masi, uomo di Antonio Ciccarelli, a dichiarare che fu proprio quest’ultimo a ordinare l’omicidio di Amaro. Queste dichiarazioni accusatorie sono contenute nell’ordinanza di custodia cautelare notificata ad aprile scorso ai 4 esponenti del clan Ciccarelli di Caivano, tra cui il capoclan Antonio. A firmare la misura cautelare, grazie alla quale è stato definitivamente disarticolato il potente sodalizio criminale del Parco Verde. è il gip Emilia di Palma. Insieme a Ciccarelli, per l’omicidio Amaro vennero arrestati Antonio Ciccarelli (mandante), Mariano Alberto Vasapollo (esecutore materiale) e Antonio Cocci (specchiettista). L’agguato camorristico fu condotto nel Parco Verde di Caivano l’8 agosto 2014. L’assassinio di Emilio Solimene avvenne a distanza di alcuni mesi, il 13 ottobre 2014. I due omicidi sarebbero la diretta conseguenza di una frizione interna al clan Ciccarelli, poiché le vittime, organiche a quel contesto, avevano intrapreso iniziative autonome non accettate dai vertici del clan.

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