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23 Febbraio 2023 - 08:50
Nuova stangata per gli Scissionisti, Salvatore Roselli a colloquio con i pm
nel 2016, aveva deciso di mettere pace tra i clan di Scampia e Secondigliano. Un piano fondamentalmente incardinato su due pilastri: ognuna delle “mille” cosche attive all’ombra delle Vele avrebbe continuato a curare i propri affari, ma l’avrebbe fatto sotto un’unica ala protettiva, quella degli Amato-Pagano; e gli spargimenti di sangue sarebbero dovuti cessare. La scalata di Salvatore Roselli, alias “Frizione”, al vertice del clan degli Scissionisti ha però ben presto subito un nuovo contraccolpo giudiziario. Nel 2020 sono arrivate le manette, poi l’ergastolo in primo grado per l’omicidio di Luigi Barretta e a seguire altre due pesanti condanne: 12 anni di carcere per il sequestro di Stefano Pettirosso e 10 anni e 8 mesi per associazione mafiosa. Davanti alla prospettiva, possibile ma non ancora certa, di trascorrere dietro le sbarre di un carcere il resto della propria vita il ras Roselli alla fine ha deciso di gettare la spugna e iniziare a collaborare con la giustizia. Quello di Salvatore Roselli è un pentimento a dir poco eccellente. Storico capozona dei Sette Palazzi di Scampia, il 47enne ras alla fine della scorsa settimana ha chiesto un incontro con gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia, ai quali ha manifestato la propria intenzione di collaborare. Il “Frizione” è stato quindi trasferito dal carcere in cui si trovava ristretto fino a quel momento in quello di Benevento e qui sono iniziati i primi colloqui con i pm. Il contenuto di questi interrogatori è ancora sottoposto a segreto di indagine, ma non è da escludere che la Procura partenopea depositi i primi verbali già nelle prossime settimane, quando riprenderanno alcuni dei processi che vedono imputato Salvatore Roselli: su tutti quello d’appello per il rapimento dell’operaio Pettirosso e quello che vede alla sbarra la nuova cupola del clan Amato-Pagano capeggiata dal giovane boss Marco Liguori. Proprio sul conto di quest’ultimo “Frizione” potrebbe riferire diverse, inedite circostanze. Stando a quanto emerso dalle ultime inchieste sulla potente cosca con base tra Secondigliano e l’hinterland nord, il vertice dell’organizzazione era così composto: numero 1 Marco Liguori, con cui collaboravano con ruoli solo leggermente inferiori Salvatore Roselli “Frizione”, Raffaele Tortora alias “Lello ’o melone” e Fortunato Murolo detto “Nanduccio”. Un quartetto che aveva preso il posto di coloro che erano stati arrestati al termine della precedente inchiesta sull’organizzazione malavitosa: Rosaria Pagano e i luogotenenti Pietro Caiazza con i fratelli Lia e infine Maurizio Cancello. Il neo pentito Roselli potrebbe poi rivelare parecchie informazioni anche sugli attuali reggenti dell’organizzazione. Stando a quanto riferito dal collaboratore di giustizia Emanuele Pancia, Salvatore Roselli, dopo la sua ultima scarcerazione, avrebbe ricoperto il delicato ruolo di paciere tra i clan dell’area nord, riportando sotto la sfera di influenza degli Amato-Pagano numerosi gruppi, tra cui i Pecorelli della Vanella, i Cifrone di Miano e i Raia dello Chalet Bakù.
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