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Sgominata al Vasto la holding delle banconote false

Sgominata al Vasto la holding delle banconote false

La centrale della gang in un basso di via Parma: 19 arresti, una donna al comando. Incassavano il 10% del valore nominale: «Mi devi 1.100. Paga o ti uccido»

NAPOLI. Il centro operativo era il basso al civico 34 di via Parma, nel cuore del quartiere Vasto. Come un esercizio commerciale, apriva alle 8,30 e chiudeva alle 19,30, sabato e domenica erano invece festivi. E proprio lì si compravano e vendevano euro falsi da smerciare in tutta Italia e in Europa. Si compravano a prezzo fisso, il dieci per cento del valore nominale, cioè per ogni dieci euro si pagava 1 euro. Un’organizzazione ben strutturata, fatta saltare all’alba di ieri da un’indagine del comando dei carabinieri Antifalsificazione monetaria, coadiuvati, nella fase esecutiva, da quelli della prima sezione operativa Roma e della sezione criptovalute dello stesso comando specializzato, nonché da quelli dei comandi provinciali di Napoli e di Brescia.

Il gip partenopeo ha disposto la custodia cautelare in carcere per nove indagati, in dieci sono finiti agli arresti domiciliari e cinque hanno rimediato il divieto di dimora nel comune di Napoli. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati quasi 250 mila euro, oltre a diversi depositi della “merce”. L’inchiesta coordinata dalla Procura partenopea, nata da un’informativa dei carabinieri che segnalavano la presenza nel capoluogo campano di un centro di vendita e smistamento di euro falsi, si è basata su intercettazioni telefoniche e ambientali, anche tramite i cosiddetti “trojan”, e su pedinamenti che hanno consentito di scovare il basso nel Vasto.

Dall’inchiesta è poi emerso il ruolo verticistico che alcune donne hanno ricoperto all’interno della holding. Proprio una donna, Giuseppina Parisi, sarebbe stata addirittura il capo della gang: «In qualità di capo, promotore e organizzatore scrivono gli inquirenti nel provvedimento cautelare impartiva direttive in ordine alla vendita e alla messa in circolazione delle banconote contraffatte». Parisi in diverse occasioni avrebbe poi individuato i siti per lo stoccaggio delle false valute e avrebbe curato in prima persona i rapporti con fornitori e acquirenti.

Nella sua azione criminale la donna, sarebbe stata poi assistita da alcuni fedelissimi: Anna Catapano, Francesco Caiazzo, Carmine Palmieri, Carlo Perreca, Emiliano Pesce e Carmela Mascitelli: quest’ultima avrebbe fissato fittiziamente la propria residenza nel basso di via Parma 34 al fine di eludere i controlli sull’organizzazione, che sarebbe stata attiva dal settembre 2022 al luglio successivo. Individuati più di trenta episodi di spaccio di banconote false, gli inquirenti contestano poi a Parisi, Catapano, Caiazzo e Palmieri anche un’accusa di minaccia. Il 21 maggio scorso i quattro avrebbero infatti messo alle strette uno straniero al fine di ottenere il pagamento della valuta contraffatta che gli avevano in precedenza ceduto: «Mi deve morire mia figlia, 1.000 e 100. Quanto ci manca Carminè? Io ti devo uccidere, se ti acchiappavo ti uccidevo... vedi come lo combinavo. Ti uccidevo fra. No fra, mi devi dare 1.100. Pensa, io ti uccidevo se ti acchiappavo fra... se ti avevo davanti ti uccidevo». L’ingente somma di denaro sarebbe stata poi effettivamente riscossa dalla gang.

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