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01 Marzo 2023 - 09:06
Nonostante le numerose inchieste giudiziarie che in rapida successione l’hanno colpito negli ultimi anni, mese dopo mese il clan Esposito di Bagnoli sembra ricompattarsi sempre di più. Dopo il recente ritorno a piede libero per fine pena del boss Massimiliano Esposito “’o scognato”, ieri è stato il turno di un altro pezzo da novanta della temibile cosca di Napoli Ovest. Lucio Musella, 33enne dalla fedina penale “enciclopedica”, è stato scarcerato dalla Corte d’appello dopo aver patteggiato un condanna a 2 anni e 8 mesi per estorsione. I giudici di secondo grado hanno dunque accolto l’istanza avanzata dal difensore di Musella, l’avvocato Giuseppe Perfetto, ritenendo che le esigenze cautelari si fossero ormai attenuate. Musella resta a questo punto ai domiciliari solo per un altra vicenda. Già l’estate scorsa, in primo grado, l’affiliato Musella aveva evitato la stangata. L’emergente ras della mala flegrea se l’era infatti cavata con una condanna a dir poco mite: tre anni e quattro mesi, meno della metà rispetto a quanto invocato dalla pubblica accusa. È andata invece meno bene a Yuseff Aboumouslim, nipote ed ex fedelissimo del capoclan Massimiliano Esposito “’o scognato”, che nonostante il suo pentimento nelle battute iniziale del dibattimento ha rimediato cinque anni e sei mesi di carcere. Tornando invece a Musella, i giudici di primo grado hanno dato ampio accoglimento alle argomentazioni del difensore Perfetto, concedendogli le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti: da qui la condanna a poco più di tre anni. L’inchiesta che ha portato alla sbarra i due uomini della mala bagnolese nell’ottobre del 2020 aveva portato all’esecuzione di tre arresti: in manette era finito anche Ernesto De Carlo, che ha però scelto il rito abbreviato. A finire dietro le sbarre erano stati Yuseff Aboumouslim, parente acquisito del boss Massimiliano Esposito tramite la moglie Anna Chiaiese; Lucio Musella ed Ernesto De Carlo. Due, gli episodi estorsivi documentati dalla polizia. Il primo, che risale al gennaio precedente, vede coinvolti Aboumouslim, De Carlo e una terza persona non destinataria di misura restrittiva: dopo avere messo a segno una truffa telematica attraverso giochi e scommesse on-line, questa terza persona si sarebbe rifiutata di versare la parte del bottino pattuita a De Carlo, suo complice, il quale, pur di riuscire a farsi dare i soldi (500 euro) ha compiuto una scelta scellerata che di lì a breve avrebbe pagato a carissimo prezzo. Il 37enne di Fuorigrotta si è infatti rivolto ad Aboumouslim, ritenuto un soggetto dall’inquietante caratura criminale. Un intervento risolutore, tanto è vero che il complice di De Carlo alla fine viene costretto a versare il denaro. Aboumouslim, però, allettato dalle opportunità di guadagno avrebbe deciso di imporre il pizzo a De Carlo: una tangente da ben 10mila euro per consentirgli di continuare a mettere a segno le sue truffe su internet. Una “richiesta” che sarebbe stata poi formalizzata attraverso il “factotum” Musella, che, dopo aver avvicinato De Carlo, lo avrebbe anche minacciato e in almeno una circostanza picchiato selvaggiamente.
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