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Mazzette per falsi green pass, presi medici al servizio del clan

Mazzette per falsi green pass, presi medici al servizio del clan

NAPOLI. Pur di trascorrere il Capodanno a Dubai erano pronti a tutto: a ignorare le disposizioni per il contenimento della pandemia e, soprattutto, a tirare in ballo alcuni medici compiacenti che, intascando due tangenti da 4.000 euro e 300 euro, si sarebbero messi a disposizione fornendo loro documenti attestanti vaccinazioni anticovid mai eseguite e falsi green pass. La seconda tranche dell’inchiesta che nei mesi scorsi aveva già portato alla cattura di Maria Bosti e Luca Esposito, rispettivamente figlia e genero del capoclan Patrizio Bosti, ieri mattina è arrivata all’ultimo atto: agli arresti domiciliari sono infatti finiti due camici bianchi, la 62enne Grazia Romairone e il 70enne Bruno Bevilacqua. Roberto Gasso, titolare di un laboratorio di analisi a San Giorgio a Cremano, ha invece ricevuto la misura cautelare del divieto di svolgimento della professione per un anno. Salvatore Esposito, 21enne figlio di Esposito e Bosti, è stato infine sottoposto all’obbligo di firma. Dall’inchiesta condotta dai poliziotti della Squadra mobile è emerso uno spaccato piuttosto inquietante. Ferma restando la presunzione di non colpevolezza fino all’eventuale condanna definitiva, i medici coinvolti avrebbero consentito al genero, alla figlia e a due nipoti del boss Patrizio Bosti di ottenere green pass falsi, solo simulando la somministrazione di tamponi e vaccini, questi ultimi addirittura inoculati in cambio di 2.000 euro ciascuno: i sanitati Romairone e Bevilacqua sono stati arrestati e posti ai domiciliari. Bruno Bevilacqua era tra l’altro già stato interdetto dalla professione all’epoca dei fatti contestati, nel gennaio del 2022. Romairone avrebbe invece fatto da tramite tra i Bosti-Esposito e il laboratorio di analisi in virtù di un’amicizia con i parenti del boss del clan Contini. Il divieto di esercitare la professione, per la durata di dodici mesi, e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, sono stati notificati invece a Roberto Gasso, 55 anni, direttore sanitario del centro analisi dove sarebbero avvenuti gli illeciti, e a Salvatore Esposito, 21 anni, nipote del boss Patrizio Bosti, il quale, insieme alla sorella minorenne e ai genitori Luca Esposito e Maria Bosti stavano per partire nel 2022 alla volta di Dubai per una vacanza d’inizio anno. Due componenti la famiglia Esposito però, Maria Bosti e la figlia, risultarono positivi al Covid il giorno precedente la partenza e, secondo gli investigatori, si rivolsero alla dottoressa amica per risolvere il problema. Grazia Romairone, in cambio di 300 euro, grazie al contatto con Roberto Gassi e al pagamento di 4.000 euro sborsati dagli Esposito, riuscì a far ottenere le due certificazioni. A sottoporsi ai tamponi fu Salvatore. La famiglia, però, a Fiumicino incappò in un controllo a campione dal quale due componenti risultarono positivi. Maria Bosti e Luca Esposito, già attenzionati dalla polizia, vennero sottoposti a fermo seduta stante. Dall’analisi delle chat trovate sul cellulare del medico è poi emerso che suoi “clienti” non erano stati soltanto i componenti della famiglia Esposito.

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