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02 Marzo 2023 - 07:45
NAPOLI. Furti, rapina e truffe assicurative. Un mix di malaffare per il quale ieri mattina sono finiti in manette in tre mentre altri sette indagati aspetteranno in libertà le prossime fasi del procedimento penale. Tra questi ultimi figurano due avvocati civilisti, medici, periti assicurativi, testimoni falsi e il proprietario di un’autovettura che la prestava per i sinistri fantasma. Un’associazione per delinquere secondo la Procura partenopea, che ha chiesto e ottenuto dal gip l’emissione dei provvedimenti restrittivi a carico di Massimo Niro, 51enne di Scampia, Giuseppe Guarino, 37enne dello stesso quartiere, entrambi ora in carcere, e di Salvatore Grassi, appena 24enne ma già ritenuto coordinatore dell’attività degli incidenti realizzati ad arte. Il giudice ha invece respinto la richiesta di manette per il figlio di Massimo, Gianluca Niro, coinvolto nell’inchiesta insieme alla madre Carmela Buommino pure per aver indebitamente ottenuto il Reddito di cittadinanza: lavorava ma non l’aveva comunicato all’Inps. Va precisato però che la donna non risponde di nessun reato. Sono stati i carabinieri della compagnia Vomero e della stazione Marianella, a ricostruire in pochi mesi la fitta rete di furti, rapine e truffe con a capo Massimo Niro, Giuseppe Guarino e Salvatore Grassi. Un’attività investigativa minuziosa che ha portato anche a un decreto di sequestro preventivo sia per gli indebiti profitti ricavati dalle truffe che per il reddito di cittadinanza percepito senza i requisiti. Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli, sono partite dall’approfondita analisi di alcune denunce di furti e rapine di autovetture, avvenuti ai danni di pazienti del Policlinico e del Santobono, attuati mediante la tecnica del finto parcheggiatore. Come raccontiamo meglio a parte, Massimo Niro e Giuseppe Guarino riuscivano a farsi consegnare le chiavi delle vetture dagli automobilisti con scuse varie o in un caso, con le minacce, andandosene a bordo del mezzo rubato e lasciando con un palmo di naso le vittime. I successivi accertamenti hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei destinatari dei provvedimenti restrittivi e degli indagati a piede libero (Gianluca Niro, Enrico Mastantuono, Gennaro Castelli, Camillo Meola, Gennaro Gala e Domenico Gala più un decimo coperto da omissis), svelando un sodalizio dedito alle truffe alle compagnie assicurative e alla commissione di furti e rapine con lo scopo di rivenderne i componenti. Proprio in relazione alla programmazione diretta a truffare le assicurazioni, è emersa la figura di Salvatore Grassi, colpito dalla misura cautelare e destinatario di un decreto di sequestro preventivo pari al profitto ottenuto simulando sinistri stradali, coinvolgendo a tale scopo anche i professionisti coinvolti nell’inchiesta. Tutti gli indagati devono essere considerati innocenti fino all’eventuale condanna definitiva. Il sequestro “per equivalente”, per le somme erogate dall’Inps su informazioni mendaci, ammonta a quasi 39mila euro.
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