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Studentessa suicida, aveva mentito sulla seduta di laurea

Studentessa suicida, aveva mentito sulla seduta di laurea

SOMMA VESUVIANA. È stata ritrovata senza vita nel pomeriggio di ieri Diana Biondi, la studentessa di 26 anni allontanatasi da casa lunedì scorso senza più far ritorno. Da una prima ipotesi, sembra che avesse mentito sulla tesi di laurea. Ai familiari, infatti, aveva detto che la discussione era fissata per martedì, ma le mancava l'esame di latino. Ha avuto il peggior esito possibile, dunque, la vicenda che ha tenuto in ansia il paese che si arrampica sulle pendici del Monte Somma negli ultimi tre giorni. Da lunedì, infatti, non si avevano più notizie della giovane. L’ultima volta che era stata in famiglia, durante la mattinata di quello stesso giorno, prima che Diana lasciasse la propria abitazione dicendo di andare a Napoli, dove frequentava la facoltà di Lettere Moderne. Circostanza che è stata confermata da alcuni colleghi di studio, che l’hanno vista al dipartimento di Lettere, sola. Insomma, sembrava la solita giornata universitaria, ma l’epilogo è stato totalmente differente dal solito: dal pomeriggio si erano perse le sue tracce: cellulare spento, nessuna informazione ad alcuno sulla sua destinazione e sulle sue intenzioni. Immediata la preoccupazione di amici e soprattutto familiari, che hanno anche lanciato un appello via social per ottenere aiuto nelle ricerche della giovane. Suo padre, Edoardo, si era poi rivolto alla caserma dei carabinieri di Somma Vesuviana, denunciando l’accaduto e mettendo in moto anche le forze dell’ordine, che hanno avviato celermente le ricerche sul territorio, visionando filmati di videocamere presenti nelle zone che Diana avrebbe percorso e raccogliendo testimonianze. Ricerche che sono terminate ieri, quando in località Santa Maria a Castello, nella parte a monte del comune vesuviano, è stato denunciato l’avvistamento di un corpo senza vita. Dei giocatori di bocce frequentatori della zona, infatti, hanno intravisto in fondo ad un dirupo costeggiante la strada di montagna quello che in un primo momento sembrava un manichino ma che poi si è rivelato essere un corpo di donna. Già prima del recupero della salma il pensiero di tanti è corso a Diana Biondi. Pensiero che in effetti poi non ha lasciato spazio a dubbi, ancor prima dell’identificazione ufficiale da parte della famiglia. I carabinieri, coordinati dalla Procura di Nola, sono ora a lavoro per tentare di ricostruire le ultime ore di vita della giovane e i motivi per il tragico gesto: l’ipotesi più accreditata, infatti, sembra quella del suicidio.

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