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05 Marzo 2023 - 09:56
In Campania i prestiti alle piccole imprese tagliati di 111 milioni di euro. La stretta sui tassi d’interesse: maggiormente colpite quelle con meno di 20 dipendenti a Napoli e Salerno
NAPOLI. L’andamento dei tassi d’interesse, aumentati dalla Banca centrale europea guidata da Christine Lagarde, mette a rischio le prospettive di ripresa economica in Campania per il 2023. E colpisce soprattutto le partite Iva.
LA CONTRAZIONE DEL CREDITO. Continuano a diminuire i prestiti bancari alle piccole e micro imprese: nel 2022 gli impieghi vivi alle aziende con meno di 20 addetti sono scesi in Campania di 111 milioni di euro netti (-1,95%).
CAMPANIA E SICILIA, RECORD. Lo stock complessivo dei prestiti erogati a questo segmento di imprese è passato così dai circa 5 miliardi e 702 milioni che erano stati registrati nel 2021, ai 5 miliardi e 591 milioni del 2022. Una contrazione, quella fotografata dall’Ufficio studi della Cgia, che per la Campania è tutt’altro che irrilevante. Basti pensare che la riduzione dei finanziamenti nelle sole regioni della Campania e della Sicilia ammonta a quasi la metà di quella registrata nell’intero Mezzogiorno d’Italia: 272 milioni a fronte dei 567 del Sud.
PESANO GLI ULTIMI MESI. Questo risultato negativo è maturato soprattutto negli ultimi mesi dello scorso anno. La dinamica dei prestiti, infatti, fino ad agosto 2022 mostrava una crescita e a livello territoriale la Campania figurava tra le sette regioni in cui i prestiti alle piccole imprese aumentavano (+1,4%). Poi i finanziamenti hanno iniziato a rallentare fino ad entrare in campo negativo, come dimostrano per l’appunto gli ultimi dati diffusi ieri.
LA RINCORSA ALL’INFLAZIONE. In pratica i numeri stanno adesso evidenziando quelli che erano i timori circolati nei mesi scorsi: la rincorsa all’inflazione attraverso l’innalzamento del costo del denaro rischia di produrre alcuni effetti negativi sul ciclo economico della regione, considerando soprattutto le maggiori difficoltà di accesso al credito bancario da parte delle aziende e in particolare di quelle piccole.
E LA BCE PREPARA UNA NUOVA STRETTA. Non solo. Va considerato anche che i dati non tengono ancora presente quanto è accaduto nei primi due mesi dell’anno, con la Bce che ha ulteriormente innalzato i tassi d’interesse, e soprattutto di quello che sul fronte del costo del denaro potrà accadere da qui ai prossimi mesi, visto che a marzo la Bce ha già annunciato un ulteriore aumento dei tassi di mezzo punto percentuale. E questo senza dimenticare che al Sud il costo del denaro è già di norma più elevato che nel Settentrione d’Italia per le note ragioni strutturali.
SALERNO E NAPOLI I TERRITORI PIÙ PENALIZZATI. A livello territoriale, se si va a guardare che cosa sta accadendo nelle singole province campane, si scopre che ad essere maggiormente penalizzati sono innanzitutto i territori di Salerno e Napoli. In particolare, a Salerno e provincia c’è stata la contrazione maggiore in termini assoluti: 45,2 milioni di prestiti in meno, pari ad un deciso -2,87%; nel capoluogo partenopeo i prestiti alle imprese con meno di 20 dipendenti in un anno si sono ridotti invece di 34,4 milioni rispetto, pari all’1,26% in meno.
A BENEVENTO IL RECORD NEGATIVO IN TERMINI PERCENTUALI. Al terzo posto di questa poco invidiabile classifica si piazza poi Benevento, con 16,5 milioni di finanziamenti in meno in termini assoluti. Se si guarda però alla tiduzione in termini percentuali, si scopre che in terra sannita è stata decisamente la più alta della Campania: -6,06%. Nella provincia di Caserta invece, la riduzione in termini assoluti si è fermata a 11,8 milioni, equivalente ad un -1,66 in termini percentuali. A soffrire meno sono state invece le partite Iva della provincia di Avellino, che hanno registrato la riduzione minore sia in termini assoluti che in percentuale: 3,1 milioni in meno (sempre su base annuale) equivalenti ad uno 0,75% in meno.
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