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05 Marzo 2023 - 10:03
In 72 ore nell’area flegrea una “stesa”, un ferimento e un omicidio. Al vaglio le immagini della videosorveglianza per l’agguato ad Antonio Esposito
NAPOLI. Pianura, Rione Traiano e Soccavo sarebbero uniti da un filo rosso sangue. Ecco ciò che pensano gli investigatori dopo le inquietanti 72 ore vissute nei due quartieri tra martedì e venerdì: prima la “stesa” nei pressi del palazzo in cui abita Antonio Gaetano detto “Plasmon”, poi il ferimento di Pietro Marasco e infine l’omicidio di Antonio Esposito. Un’escalation di violenza camorristica che gli investigatori sperano si fermi in fretta, ma senza crederci troppo. Tant’è vero che nell’area flegrea di Napoli sono stati rafforzati i controlli in contemporanea all’attivazione di tutte le fonti confidenziali mentre proseguono le indagini con una piccola novità: tra via Pallucci e via Evangelista Torricelli, luogo dell’agguato mortale al 48enne vicino ai Vigilia, i carabinieri avrebbero acquisito immagini di telecamere ora al vaglio.
C’è ancora infatti un giallo: se i sicari erano su uno scooter, qual è stato il ruolo della misteriosa Smart rossa nei cui pressi si trovava la vittima al momento degli spari? La chiave per capire il contesto della guerra in atto tra i Vigilia e i Grimaldi-Scognamillo, sta anche nei collegamenti tra la camorra di Soccavo e quella di Pianura, con l’alleanza tra i primi e i Calone-esposito-Marsicano e tra i secondi e i Carillo-Perfetto. In più nel territorio una volta gestito dai Marfella-Pesce e dai Mele sarebbe nato un nuovo gruppo composto da giovani che avrebbe conquistato una parte dello spazio occupato dai clan in crisi per gli arresti subiti.
Ecco perché i carabinieri e la polizia stanno cercando di capire se gli eventi sono accaduti uno dopo l’altro per semplice coincidenza oppure sono collegati in qualche maniera. Antonio Esposito, scarcerato nel 2022, non pensava di essere nel mirino di nessuno. Soprattutto per un motivo: non è mai stato un soldato di camorra né aveva mai partecipato a fatti di sangue. Si interessava di droga a un certo livello secondo gli inquirenti mantenendo per i propri affari rapporti con i gruppi malavitosi di Pianura e Soccavo, pur essendo amico in particolare dei Vigilia anche negli anni in cui questi ultimi erano un tutt’uno con i Grimaldi.
Ma la scena è cambiata dopo la clamorosa e sanguinosa scissione e ci ha rimesso la vita a distanza di 48 ore dal ferimento di Pietro Marasco, cugino di un esponente di primo piano dei Vigilia. «A Napoli è ancora guerra tra clan. Con due agguati in 24 ore, di cui uno in prossimità di una scuola, siamo davanti ad una preoccupante recrudescenza della camorra. Abbiamo visto anche nelle scorse settimane che da parte del governo, con il ministro Piantedosi, c’è grande attenzione ai nostri territori, con l’impegno ad ascoltare le realtà locali e al rafforzamento degli organici. Governo, Forze dell’ordine, amministratori locali: ognuno farà la sua parte e lo Stato a tutti livelli dovrà far sentire la sua voce contro la criminalità», ha commentato il senatore napoletano della Lega Gianluca Cantalamessa, responsabile dipartimento Antimafia del partito.
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